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con piacevole musica: Hungarian_Rhapsody_No_2_by_Liszt.mp3
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Rovigo, un focolaio di idee per migliorare ed aumentare la vita dei malati di diabete. Questo è l’obiettivo delle discussioni e delle ricette esposte dai relatori al Convegno del 21 febbraio 2020, organizzato dal Dott. Francesco Mollo, Responsabile della Unità operativa di Malattie Metaboliche e Diabetologia della ULSS 5 Polesana ed attuale Presidente Regionale della Società italiana di Diabetologia.
A Convegno i rappresentanti delle Società scientifiche
diabetologiche (SID ed AMD) e dell’Università di Padova e Verona insieme a
quelli dei Farmacisti (FederFarma), dei Medici di medicina generale (SIMG),
delle organizzazioni dei pazienti diabetici, dell’Ordine dei Medici di
Rovigo, degli Infermieri dei servizi diabeologici veneti (OSDI) e del Corso di
laurea in Educazione professionale dell’Università di Padova. Sono presenti
inoltre i responsabili dei settori farmaceutico, Dr.ssa G. Scroccaro, HTA,
Dr.ssa M. Andretta e delle Cure Primarie, Dr.ssa M.C. Ghiotto, della Regione
Veneto.
In platea, oltre ai relatori, presenti un numero imprecisato
di medici, farmacisti, infermieri professionali ed i rappresentanti delle Associazioni degli Ammalati.
Lo scopo del Convegno è stato quello di riunire in un unico contesto competenze e contributi professionali di alto livello al fine di poter formulare Raccomandazioni ufficiali di Consenso e l’ipotesi di nuove iniziative per migliorare l’assistenza non solo al Diabete, anche più in generale alla cronicità. Un significativo contributo è stato dato dalla Coordinatrice delle Associazioni del Veneto degli ammalati nel dibattito svoltosi durante la Tavola Rotonda che ha registrato l’unanime riconoscimento sulla necessità di pervenire ad una integrazione e coordinamento delle attività delle varie figure in campo (Specialisti, MMG, Infermieri, Farmacisti, Associazioni e Pazienti Guida, Famiglie) partendo dalle necessità del paziente, evitando duplicazioni o vuoti di assistenza.
Risale ormai al 22 gennaio 2015 la notizia del lancio da
parte dell’AIFA dell’algoritmo al quale devono attenersi gli specialisti diabetologi
per definire la terapia individuale per ciascun paziente. Un sistema on line
per individuare e tarare il trattamento farmacologico sulle esigenze del
singolo paziente basato anche sulle nuove medicine.
Ma più del 50% dei pazienti diabetici non sono seguiti
presso i Servizi di Diabetologia, per cui permane il grande ostacolo alla
diffusione di queste nuove terapie, legato alla necessità di un Piano
Terapeutico che deve essere compilato solo dallo specialista Diabetologo.
Questa regola imposta dall’Agenzia Regolatoria del Farmaco (AIFA) per
regolamentare queste terapie è ispirata al controllo della spesa per i nuovi
farmaci ma non considera il risparmio indotto dalla riduzione delle
ospedalizzazioni per complicanze. Il piano terapeutico per questi farmaci
ipoglicemizzanti è una esclusiva tutta italiana, e preclude purtroppo al Medico
di Medicina Generale la possibilità di prescriverli ad un’ampia percentuale di
pazienti. La burocrazia toglie tempo alla diagnosi e all’educazione del
paziente.
Inoltre, la farmacologia e la tecnologia sono in continua
evoluzione e richiede studio ed aggiornamento da parte degli operatori, che
viene sottratto al tempo riservato agli ammalati. Vi è dunque la necessità di
allargare la base delle persone che si occupano degli ammalati. La filiera è
già individuata ed operante, è quella delle categorie menzionate in premessa, ma
mancano riconoscimenti pubblici e normative.
Mancano anche incentivazioni e mezzi tecnologici che
consentano agli operatori di utilizzare i moderni strumenti digitali, social e
media, per fare educazione e prevenzione. Tenendo, però, presente che molti
diabetici non hanno dimestichezza con questi mezzi e sono in età avanzata. Le
famiglie devono essere maggiormente coinvolte, sicuramente per le persone
minori e le persone anziane non completamente autosufficienti.
È vero che esiste una percentuale alta di mancata aderenza,
ma è eticamente errato ritenere che il malato sia l’unico responsabile,
specialmente nel caso di complessità delle prescrizioni. Molte sono le incombenze degli specialisti
e durante le visite è poco il tempo dedicato al dialogo con il paziente.
Deve essere, altresì, tenuto distinto il volontario rifiuto alle
cure, dalla inconsapevole pericolosità di omissioni. È sempre dovere del medico
di informare adeguatamente il malato dell’assenza di alternative terapeutiche
ed accertarsi che abbia effettivamente compreso quali sono le conseguenze delle
involontarie o volontarie omissioni. Essenziale anche la diffusione nel
territorio di iniziative atte a promuovere consapevolezza della pericolosità
della malattia diabetica e complicanze e della sua prevenzione con sani stili di
vita, tuttavia non attribuendo a questi l’eventuale malattia.
Le registrazioni che seguono sono state effettuate a cura
dell’Associazione Diabetici di Rovigo. Purtroppo, la scarsa qualità dell’audio,
dipendente dall’acustica della sala e dal fatto che gli oratori non hanno ben scandito
le parole, non permette una perfetta comprensione.
***
INTRODUZIONE DEL DR. FRANCESCO MOLLO - RESPONSABILE SCIENTIFICO DEL CONVEGNO
Il Dott. Francesco Mollo è Responsabile della Unità operativa di Malattie Metaboliche e Diabetologia della ULSS 5 Polesana ed è attuale Presidente Regionale della Società italiana di Diabetologia.
Il Dott. Francesco Mollo è Responsabile della Unità operativa di Malattie Metaboliche e Diabetologia della ULSS 5 Polesana ed è attuale Presidente Regionale della Società italiana di Diabetologia.
IL SALUTO DEL DIRETTORE GENERALE DELL'ULSS 5 POLESANA
DOTT. ANTONIO COMPOSTELLA
LA TAVOLA ROTONDA "VERSO UN PDTA CONDIVISO?"
Moderatori: Enzo Bonora - Giovanna Scroccaro
Temi di discussione:
- Importanza di una Rete Assistenziale Multidisciplinare per l'assistenza alla malattia cronica
- PDTA del diabete T.2 (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale)
- Le problematiche dell'Aserenza alla terapia nell'ottica del paziente diabetico
DISCUSSANT: Loris Confortin, Manuela Bertaggia, Emilio Ramazzina, Michelangelo Galante, Natascia Bobbo, Silvia Di benedetto, Maria Cristina Ghiotto
DOTT. FRANCESCO MOLLO - PREVENZIONE CARDIO-VASCOLARE ED ADERENZA – I RISULTATI DEI GRADI TRIALS
PROF. ENZO BONORA - LA MEDICINA DIGITALE ED USO DEI MEDIA COME GENERATORI DI ADERENZA
L'audio è stato sostituito con piacevole musica
Symphony_No_5_by_Beethoven.mp3
Dott.ssa MICHELA ARMIGLIATO -
La Medicina Narrativa - L'importanza della comunicazione fra Medico e Paziente
DOTT. GIOVANNI SARTORE - IL RUOLO DEL DIABETOLOGO
DOTT. MAURIZIO CANCIAN - IL RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE (MMG)
*******
Un accorato appello ai pazienti del Prof. Enzo Bonora in un video pubblicato nella sua pagina Facebook che abbiamo condiviso nei social dell'Associazione Diabetici di Rovigo ed in altri gruppi veneti. Le parole ben scandite hanno permesso la trasformazione del video in testo
DOTT. ANTONIO COMPOSTELLA
LA TAVOLA ROTONDA "VERSO UN PDTA CONDIVISO?"
Moderatori: Enzo Bonora - Giovanna Scroccaro
Temi di discussione:
- Importanza di una Rete Assistenziale Multidisciplinare per l'assistenza alla malattia cronica
- PDTA del diabete T.2 (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale)
- Le problematiche dell'Aserenza alla terapia nell'ottica del paziente diabetico
DISCUSSANT: Loris Confortin, Manuela Bertaggia, Emilio Ramazzina, Michelangelo Galante, Natascia Bobbo, Silvia Di benedetto, Maria Cristina Ghiotto
DOTT. FRANCESCO MOLLO - PREVENZIONE CARDIO-VASCOLARE ED ADERENZA – I RISULTATI DEI GRADI TRIALS
PROF. ENZO BONORA - LA MEDICINA DIGITALE ED USO DEI MEDIA COME GENERATORI DI ADERENZA
L'audio è stato sostituito con piacevole musica
Symphony_No_5_by_Beethoven.mp3
Prof. Natascia Bobbo – L’Educazione del paziente diabetico. Il
lavoro biografico con la persona malata quale condizione di aderenza.
Dott.ssa MICHELA ARMIGLIATO -
La Medicina Narrativa - L'importanza della comunicazione fra Medico e Paziente
DOTT. GIOVANNI SARTORE - IL RUOLO DEL DIABETOLOGO
DOTT. MAURIZIO CANCIAN - IL RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE (MMG)
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Un accorato appello ai pazienti del Prof. Enzo Bonora in un video pubblicato nella sua pagina Facebook che abbiamo condiviso nei social dell'Associazione Diabetici di Rovigo ed in altri gruppi veneti. Le parole ben scandite hanno permesso la trasformazione del video in testo
https://youtu.be/e_fcPsKu8Sw
***
Ben ritrovati,
in questi ultimi mesi
mi è capitato più volte di dovere fare relazioni a convegni parlando di
aderenza terapeutica e come sempre accade quando devo fare una relazione mi
sono andato a rivedere la letteratura, questo perché è la letteratura che ci dà
le informazioni per potere poi raccontare cose che hanno un fondamento
scientifico; ricordate sempre la differenza fra scienza e aneddoti.
Ora, che cosa è
emerso andandosi a riguardare la letteratura sull'aderenza terapeutica nel caso
del diabete?
È qualcosa di inquietante!
Intanto vi dico che
cos'è l'aderenza: aderenza vuol dire che una persona condivide con chi la cura di
dover prendere una certa medicina o di fare un certo tipo di schema alimentare
o un certo tipo di attività fisica, nella quantità giusta, nei tempi e nei modi
giusti.
Faccio un esempio: con il medico si condivide l'idea di
prendere una certa medicina, una pastiglia la mattina a colazione e la persona la
prende davvero, sempre tutti i giorni alla mattina a colazione. Se la prende
davvero tutti i giorni l'aderenza e 100 per cento. Se comincia a saltare
qualche volta potrà scendere al 90 per cento e via via andando su percentuali
più basse.
Ora, quando l'agenzia
italiana del farmaco va a vedere, in base alle prescrizioni, come è l'aderenza
degli italiani ai farmaci che riducono la glicemia, purtroppo vede che
l'aderenza è il 65 per cento circa; vale a dire che una volta ogni tre quella
persona non prende quello che dovrebbe prendere …. e se uno non prende la
pastiglia che abbassa la glicemia, la glicemia ovviamente sarà più alta; se non
prende la pastiglia che abbassa la pressione, la pressione sarà più alta; se
non prende la pastiglia che abbassa il colesterolo, il colesterolo sarà più
alto; e non è che possiamo poi concludere e vabbè pazienza la glicemia sarà un
po’ più alta, la pressione un po’ più alta.
No!
Perché questo si
traduce in una questione rilevante dal punto di vista clinico, che potete
immaginare. Ma vi faccio dei numeri per farvi capire questa cosa: ora quando
c'è una ridotta aderenza ad assumere determinate pastiglie per la cura del
diabete, questo si traduce ovviamente in un innalzamento dell'emoglobina
glicata, ma si traduce anche in un risultato che non possiamo mettere in
discussione perché è il fatto di essere vivi o morti, cioè di vivere o morire.
Le persone che hanno una aderenza più bassa ai farmaci per
il diabete, hanno un aumento della mortalità di quasi il 30 per cento. Possiamo rigirarla, se uno li prende
regolarmente, ha una probabilità di morire ridotta del 30 per cento; 30 per
cento è tanto. Allo stesso modo si riduce di circa il 25 per cento a chi prende
regolarmente i propri farmaci, la probabilità di essere ricoverato in ospedale
e, ovviamente, se non li si prende aumenta del 25 per cento.
Questo è veramente rilevante.
Faccio altri tre-quattro
numeri che non hanno a che vedere con le medicine.
Se è una persona partecipa
attivamente alla gestione del diabete, quindi è pienamente aderente, a tutto
quello che deve fare, per gestire la malattia, la sua mortalità si riduce del
41 per cento.
Se una persona è pienamente aderente ai dettami della dieta
mediterranea, quindi è pienamente aderente, fa tutto quello che viene
raccomandato di fare per seguire la dieta mediterranea, la sua mortalità si
riduce del 59 per cento; 59 per cento è tantissimo. E se uno partecipa con
regolarità a programmi di attività fisica moderata, o anche vigorosa, avendo il
diabete, sto parlando di persone con diabete, la mortalità è ridotta del 26 per
cento. Quindi essere molto aderenti
significa, quale che sia la cosa a cui si è aderenti, l'alimentazione,
l'attività fisica, l'assunzione dei farmaci, significa collocarsi in una
situazione in cui il rischio di morire si riduce considerevolmente.
È per quello che diciamo alla gente di mangiare in un certo
modo, di muoversi di più, di prendere regolarmente le medicine, perché vogliamo
non che abbiano solo la glicemia più bassa, il colesterolo più basso, la
pressione più bassa, dopo una settimana, dieci giorni, un mese, sei mesi. È
perché vogliamo che vivano di più, che vivano possibilmente meglio. E che
vivono di più, è la scienza che lo ha dimostrato e che ci ha fornito dei numeri
per capire questo fenomeno. Quindi, cari amici, se qualcuno vi ha detto di
mangiare in un certo modo, e quel certo modo si traduce in una riduzione della
mortalità, cercate di farlo!
Parlo di una
riduzione della mortalità dimostrata dalla scienza, non di chiacchiere in libertà!
Se qualcuno vi ha detto di aumentare l'attività fisica in un
certo modo, cercate di farlo, perché vi allunga la vita; se qualcuno vi ha
prescritto delle medicine per ridurre la glicemia, o per ridurre il colesterolo,
o per ridurre la pressione, prenderle non è opzionale; non può essere un giorno
sì e un giorno no; un giorno ne prendo di più, un giorno ne prendo di meno; e
così via. Vanno prese regolarmente! Si è
condiviso un progetto di cura con il medico curante: quella cosa va fatta! Perché si vive di più!
Credo di aver spiegato il concetto dell'aderenza e quanto
importante sia!
Vi saluto, ci risentiamo in un'altra circostanza;
arrivederci.