venerdì 15 marzo 2019

DICHIARAZIONE DEI REDDITI - DONARE IL 5 X 1000

SOSTENERE L'ATTIVITÀ DELL'ASSOCIAZIONE
NON COSTA NULLA

DONA IL 5 X 1000




PERCHÈ DONARE IL 5 X 1000

INFORMATIVA MANIFESTAZIONI E INIZIATIVE REALIZZATE NELL’ANNO 2018

Il recente D.Lgs. 3 luglio 2017 n. 117 (Codice del Terzo Settore) ha riordinato la disciplina vigente in materia, riconoscendo il valore e la funzione sociale dell'associazionismo, dell'attività di volontariato e della cultura e pratica del dono quali espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo. Lo scopo di tale riordino è quello di promuovere lo sviluppo delle attività solidaristiche e di utilità sociale nei confronti non dei soli soci ma di tutti i cittadini.

L'ASSOCIAZIONE DIABETICI DI ROVIGO è' iscritta all'Albo Regionale Veneto delle Organizzazioni di Volontariato al N. "RO0221".  l’Associazione è Onlus di diritto (Art 10, c 8, D Lgs 460/97). In ottemperanza alla Legge ed al proprio Statuto la maggior parte del suo impegno è rivolto nei confronti di tutti i cittadini, senza alcuna distinzione. Attualmente ha individuato e programmato iniziative limitate alle poche disponibilità finanziarie, ma tutte pubbliche e mirate principalmente alla prevenzione e alla educazione della malattia del diabete e sue complicanze.

Il diabete è una malattia con una incidenza mortale quasi come quella dei tumori, ma è una malattia sottovalutata dalle persone, dalle istituzioni ed anche da medici. “Il diabete è causa importante o concausa importante di morte in quasi 130 mila persone ogni anno in italia, il che vuol dire che è un numero non molto inferiore alle cause di morte attribuibile ai tumori;  le morti per i tumori ovviamente fanno molto effetto, l'idea che il tumore sia una malattia che uccide è ben presente in tutte le persone e quando ad una persona diagnosticano un tumore fa di tutto per cercare di non farsi uccidere da quel tumore. L'idea che il diabete possa uccidere non è così percepita e quindi di fatto le persone non fanno per il diabete,  come medici, come decisori sanità e come pazienti, tutto quello che dovrebbe essere fatto per non far sì che il diabete uccida quelle persone”  (Prof. Enzo Bonora, Università di Verona, già Presidente di S.I.D. e della Fondazione Diabete Ricerca).

Uno dei motivi è la scarsa conoscenza degli effetti della malattia e delle sue conseguenze.  Lo si evince anche dalla insignificante risposta della campagna nazionale di “raccolta fondi per la ricerca sul diabete” della Fondazione Diabete Ricerca Onlus, emanazione della S.I.D. (Società Italiana di Diabetologia),  confrontata con quella per le “malattie rare – filo di Arianna” della Fondazione Telethon, sostenuta dalla Bnl Gruppo Bnp Paribas, testate giornalistiche e TV; oppure confrontata con la “raccolta fondi per la ricerca sul cancro”, durante la quale  “I Giorni della Ricerca danno vita a una straordinaria campagna di informazione e raccolta fondi che per otto giorni coinvolge tutta la RAI - tv, radio, testate giornalistiche, web e social - in una vera e propria staffetta a sostegno del lavoro di circa 5.000 ricercatori AIRC”.  Sono bravi, anzi sono bravissimi i testimonial, personaggi molto noti o molto influenti; ma c’è disparità di trattamento dei dirigenti di TV che mettono a disposizione i potenti mezzi di informazione alle cause che danno maggiore ritorno in termini di “share”, quasi ad attestare che le morti per diabete  siano di serie B.

Ricerca ed Educazione sono le due facce della medaglia.  È pertanto necessaria l’educazione capillare delle persone e delle “famiglie”, possibile solo con il coinvolgimento delle Istituzioni, della Scuola, dei media (TV e giornali). Altrettanto importante è  il contributo  finanziario (ora vicino allo zero)  di Aziende e Privati alle Associazioni di Diabetici che da sempre cercano si contrastare la diffusione della malattia con la prevenzione e con iniziative tese ad accrescere la consapevolezza, certi che  il contributo sarà  poi destinato a questa “mission”, come previsto dalla legge vigente. 

In questa informativa elenchiamo le iniziative intraprese nel corso dell’anno 2018 dall’Associazione Diabetici di Rovigo:

SABATO 21 APRILE – INCONTRO PUBBLICO SUL TEMA: “RETINOPATIA DIABETICA”
Conferenza del dott. Giovanni Tosti, dell’U.O.C. Oculistica di Rovigo, “L’occhio e il diabete”,  con proiezione e commento di diapositive sul grande schermo dell’Auditorium dell’Ospedale di Rovigo.  Allarmanti le immagini riguardanti questa  complicazione, alla quale vanno incontro oltre il 50% delle persone con diabete. Presenti anche gli specialisti del Centro Antidiabetico.

MESE DI MAGGIO – ATTIVAZIONE SITO WEB 


Il nuovo sito ha completato gli strumenti informativi dell’Associazione attivati nel settembre 2017 

I vari strumenti sono interconnessi fra di loro e consentono il collegamento con i principali siti professionali di diabetologia, di medicina generale, Ministero della Salute (Campagna per la prevenzione del diabete di tipo 2), Coordinamento delle Associazioni Diabetici Regione Veneto, ecc.
Contengono articoli e video con informazioni-lezioni sugli argomenti attinenti la malattia.

MESE DI SETTEMBRE – 1^ EDIZIONE DI “DOLCE-MENTE”  (approccio ragionato all'universo diabete), con l’organizzazione di due eventi  pubblici:

(1)  “SPORT-ATTIVITÀ FISICA E DIABETE” – manifestazione svoltasi in Piazza Vittorio Emanuele di Rovigo il 20 settembre, organizzata dall’Associazione Diabetici congiuntamente, Panathlon Rovigo e Polisportiva Marzana di Granzette;
(2)  I CANI ALLERTA NEL DIABETE DEL PROGETTO SERENA ONLUS IN PIAZZETTA ANNONARIA, evento svoltosi il 22 settembre. Un incontro con lo staff del “Progetto Serena–Cani allerta nel diabete “, un singolare progetto e novità di cani salvavita per amici, utili soprattutto a bambini e anziani diabetici.

MESE DI NOVEMBRE – GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE sono stati organizzati due eventi:

(1) PRESIDIO DIABETOLOGICIO, mattinata a Rovigo martedì 13 novembre,  con  “Gazebo” in Piazza V.E., con la collaborazione del LIONS CLUB e della locale CRI. È stato distribuito materiale informativo ed effettuata la misurazione della glicemia a circa 500 persone.
(2) Al pomeriggio l'incontro dibattito a Rovigo,  Sala Oliva dell’Accademia dei Concordi, relatori la Dr.ssa Maura Gardinali, Responsabile del Servizio di Diabetologia della Casa di Cura di Santa Maria Maddalena e il Dr. Francesco Mollo, Responsabile della Diabetologia degli Ospedali di Rovigo e Trecenta. Tema: “Diabete e Famiglia”.

VENERDÌ 21 DICEMBRE - PREVENZIONE DIABETICA
 NELLA HALL – INGRESSO PRINCIPALE DELL’OSPEDALE DI ROVIGO,  dalle ore 9 alle ore 12, controllo della glicemia capillare. L’evento è stato richiesto dalla Direzione Generale dell’ULSS  5 ed organizzato dall’Associazione Diabetici e la collaborazione del LIONS CLUB con il supporto specialistico di personale infermieristico del Centro Antidiabetico. L’Associazione Diabetici nell’occasione ha proiettato diapositive e video.  Sono state effettuate circa 300 misurazioni della glicemia.

lunedì 11 marzo 2019

ROVIGO – LE ANTICHE MURA, LE PORTE DELLA CITTA’, IL CASTELLO, LE TORRI

ROVIGO – CITTA’ MURATA

 LE ANTICHE MURA, LE PORTE DELLA CITTA’, IL CASTELLO, LE TORRI



La città di Rovigo pur non essendo compresa nel terrirorio della Riserva di Biosfera di recente riconoscimento da parte dell'UNESCO costituita dal Delta del Po, ha la medesima origine. Infatti 
l’abitato di Rovigo è sorto in epoca antica in un territorio acquitrinoso e paludoso protetto da un sistema di fosse che correvano parallele all’esterno della città e compreso fra i due principali fiumi d'Italia nella parte finale del loro persorso. 
La necessità di dotarsi di un sistema murario a presidio del centro abitato, si ebbe già dal XII secolo, in quanto il territorio fu oggetto di ripetute contese fra gli Estensi di Ferrara, gli Scaligeri di Verona, i Carraresi di Padova e la Repubblica di Venezia. Nel corso dei secoli il tracciato assunse la forma di un pentagono schiacciato. Dal XVI secolo le fortificazioni persero progressivamente di importanza e, in molti casi, vennero costruite abitazioni addossate all’interno o all’esterno delle mura. Oggi rimangono poche tracce visibili di questo antico manufatto di epoca medievale; quelle meglio conservate sono visibili alla fine di via Boscolo: si tratta delle mura che chiudevano il lato meridionale della città.









«Nel Settecento, Rovigo era circondata da un’ampia cinta di mura: cinque porte e un portello permettevano l'accesso alla città. Di queste porte soltanto due rimasero, quella di Sant’Agostino e quella di San Bartolomeo (o San Bortolo); le altre tre, cioè quella d'Arquà, quella di San Giovanni e quella di San Francesco, furono demolite nell’Ottocento. Il portello (così chiamato perché più piccolo delle altre porte) fu distrutto nel 1823. La porta di San Bartolomeo (o San Bortolo), che prende il nome dalla chiesa extra moenia di San Bartolomeo Apostolo, fu eretta tra il 1482 e il 1486, sotto il dogato di Giovanni Mocenigo, in coincidenza con il passaggio della città al dominio della Serenissima. Si tratta di una porta in cotto, a unico fornice, merlata e adorna di stemmi nobiliari. Il relativo arco è sovrastato su entrambi i lati da una cornice, secondo lo stile del Sansovino». http://guide.travelitalia.com/it/guide/rovigo/porta-san-bortolo/

LA TORRE PIGHIN
«Torre Pighin è l'unica torre di cinta rimasta a Rovigo. Originariamente la torre, avendo funzione solo di difesa, era aperta verso l'interno. Nel '700 è stata costruita al suo interno un'abitazione privata, conferendo così al monumento un aspetto veramente particolare. Torre Pighin è l'unica torre rimasta fra quelle che sorgevano lungo la cinta muraria di Rovigo. La torre aveva una funzione principalmente di difesa della città: la sua altezza altezza consentiva una maggiore comodità di avvistamento. La torre in origine era aperta verso l'interno della città, perchè aveva una finalità esclusivamente di difesa e non abitativa. Probabilmente al parte aperta era provvista di alcuni piani in legno, collegati fra di loro da scale a pioli. A seguito dell'evoluzione delle tecniche militari, la torre perse importanza e nel '700 fu trasformata in un'abitazione, aggiungendo la parete mancante. Nel corso del'800 e del '900 la convivenza di un'abitazione privata all'interno di una proprietà pubblica (la torre) rese spesso complicati gli interventi di restauro. Solo alla fine del '900 Torre Pighin è stata ristrutturata ed ora si può ammirare in tutta la sua particolarità».

IL CASTELLO E LE TORRI DONA’ E GRIMANI
«Intorno al 920 il Castello fu eretto dal vescovo di Adria, Paolo Cattaneo. Esso rappresenta il reperto urbanistico più antico della città. Ignoti sono il progettista e l’esecutore dell’opera; è invece certo che il Castello accolse la sede vescovile ed ebbe funzione difensiva contro le scorrerie degli Ungari. Si ritiene che, in origine, fosse una rudimentale fortificazione, composta da una torre cinta da una palizzata. La struttura fu poi modificata e ampliata, fino a diventare una vera e propria fortezza, cinta da mura merlate e da un fossato e dotata di ben otto torri. Vi si accedeva attraverso due ponti levatoi. Al centro della fortezza si elevava il mastio, tuttora esistente, chiamato Torre Donà: alta più di sessanta metri, essa è una delle maggiori torri medievali italiane. Nei pressi sorge la Torre Grimani, chiamata “Torre mozza” perché parzialmente crollata. Entrambe le torri sono pendenti. Simbolo della città, il Castello – che oggi prospetta su Piazza Matteotti – fu sempre considerato proprietà comunale. Quando, nel 1482, Rovigo si sottomise a Venezia, fu stabilito che la Serenissima dovesse mantenere, riparare ed eventualmente rifare – a proprie spese – le mura e le fortezze. Nel 1598 il Consiglio Rodigino concesse al nobiluomo Niccolò Denudo – a titolo di livello perpetuo – il Castello e le sue pertinenze, con l'obbligo di buona conservazione. Nel 1771 i patrizi Donà iniziarono la demolizione della torre col pretesto di pubblico pericolo, ma nella causa loro intentata dai cittadini, ebbero torto. II successore dei Donà, conte Marco Grimani, nel 1836, demoliva parte delle mura; ma la demolizione fu fermata dalle autorità». http://guide.travelitalia.com/it/guide/rovigo/castello-rovigo/

ALCUNE FOTOGRAFIE PRESENTI NEL VIDEO

Torre Grimani

Torre Grimani e Torre Donà vuste dal terrapieno interno al Castello

Porzione di mura di cinta del castello

L'interno della Porta di San Bortolo a sud della città

Porta San Bortolo

Torre Pighin - L'unica torre rimasta

Sia all'interno che all'esterno le mura sono state incorporate nelle abitazioni

Questa porzione visibile è nel retro di Via Luigi Boscolo

Porta Sant'Agostino - sia a destra che a sinistra le mura sono state sostituite o inglobate nelle abitazioni


sabato 9 marzo 2019

DELTA PARADISE – MAGICAL LAND


DELTA PARADISE – MAGICAL LAND

Delta del Po, Riserva di Biosfera Unesco, un territorio vastissimo , una delle aree umide più grandi d’Europa, un sistema idraulico di diramazioni fluviali attraverso cui il fiume Po sfocia nel Mare Adriatico settentrionale, dopo il suo corso dal Monviso lungo tutta la Pianura Padana. Il cui attuale assetto idraulico deriva dalle conseguenze del terremoto di Ferrara del 1570 e dal Taglio di Porto Viro, grande opera idraulica attuata dalla Repubblica di Venezia nel 1604.”
La parte più spettacolare nell’incontro con il mare, dal punto di vista visuale, sono le foci dei vari rami, le lagune delimitate dagli scanni (lunghe strisce di sabbia) e le valli più interne.
Sedici i Comuni interessati (9 della provincia di Rovigo - Veneto, 7 di quella di Ferrara - Emilia Romagna) con una popolazione di 160.000 abitanti circa. Tra questi il Comune di Porto Tolle che occupa l’estrema punta del Delta, la parte più suggestiva. In questo video le immagini dall’alto di alcuni clip video pubblicati in YouTube nel canale Visit Delta, regia di Giancarlo Nicolasi, musiche di Stefano Cacciatori, Simone Nicolasi, Enea Passarella.
Pino Schiesari  

     













martedì 5 marzo 2019

CAMMINANDO & FOTOGRAFANDO


CAMMINANDO & FOTOGRAFANDO

Se cercate in Internet troverete una decina di video con questo titolo. Alcuni sono i miei video.

Camminare è l’azione umana più naturale. Un movimento che, pur nella sua semplicità, arreca innumerevoli benefici alla nostra salute. Camminare per tenere sotto controllo il proprio peso e quindi prevenire alcune patologie molto diffuse, quali il diabete, l'ipertensione arteriosa, l'obesità, l'osteoporosi, l'ictus, l'infarto. Movimento fisico, insomma.

Ogni tanto si incontrano giovani che camminano con passo svelto e si nota che stanno ascoltando musica; si può fare, ma attenti al pericolo costituito dal traffico, specialmente quello delle auto in quanto la musica impedisce di sentire il rumore dei motori.

Nel titolo ho indicato come si può fare movimento divertendosi 

Si può fare in qualsiasi luogo: in città, in campagna, al mare, in montagna. Un tempo questo hobby era molto costoso, per il fatto che si dovevano acquistare i “rullini”, poi si doveva provvedere allo “sviluppo” delle pellicole. Ora invece è sufficiente scaricare le immagini nel proprio computer. Ci sono in internet organizzazioni “social” dove mettere gli scatti più belli e interessanti.

CON LE VOSTRE FOTO FACCIAMO 
DEI BELLISSIMI VIDEO CON I VOSTRI NOMI

Scommetto che avete indovinato il mio suggerimento. Questo l’indirizzo:

Ecco due video di esempio fatti con poche foto, "camminando ... e fotografando", caricati in YouTube, nel Gruppo Polesano Diabetici e in altri gruppi FB:










sabato 2 marzo 2019

MACULOPATIA E RETINOPATIA DIABETICA: IL KILLER SILENZIOSO DEGLI OCCHI

MA NON SI FA PREVENZIONE E DIAGNOSI PRECOCE
SE NE PARLA, MA SONO SOLO PAROLE


Diabete, killer silenzioso degli occhi: retinopatia e maculopatia diabetiche sono tra le complicanze microvascolari più comuni del diabete mellito (DM) e sono la prima causa di cecità non traumatica negli adulti d’età compresa tra i 20 e i 74 anni, oltre a essere la quinta causa di cecità prevenibile e di deficit visivo grave. Oltre 1 milione di italiani rischiano la vista ma la buona notizia è che la diagnosi precoce insieme a una terapia tempestiva possono fare molto.
 I risultati della NCD Risk Factor Collaboration: un trend in crescita
Nell’aprile 2016, NCD Risk Factor Collaboration* ha presentato i risultati della più grande indagine epidemiologica mai condotta sul diabete basata su 751 studi di popolazione, riguardanti 146 Paesi con 4,4 milioni di partecipanti in un arco temporale di 34 anni (1980-2014). **
Il numero delle persone con diabete è quadruplicato passando dai 108 milioni nel 1980 ai 422 milioni nel 2014 e, se tale trend sarà confermato nei prossimi anni, nel 2025 sono attesi 700 milioni di pazienti con diabete (molti dei quali con malattie croniche concomitanti: obesità, ipertensione, dislipidemia…)  con un conseguente collasso economico di tutti i sistemi sanitari, compreso quello italiano.
In Italia, secondo questo studio, si è passati dai 2,4 milioni di diabetici nel 1980 ai 4,3 milioni nel 2014. Le ragioni di questa epidemia sono da ricondurre alla maggiore longevità e aspettativa di vita, all’incremento di obesità e sovrappeso, ai più elevati livelli di urbanizzazione, alla vita sedentaria e a un’alimentazione ricca di zuccheri.

Maculopatia e retinopatia diabetiche: quale impatto?















Nel 2010, più di un terzo dei diabetici italiani presentava segni di retinopatia diabetica e circa uno su dieci era portatore di alterazioni di notevole gravità, incluso l’edema maculare diabetico (EMD): una condizione, quest’ultima, che comporta la perdita della visione centrale ma, a differenza della retinopatia, tende poi a stabilizzarsi nel corso della storia naturale della malattia.
Manca un Registro sui casi di cecità legale
A livello nazionale non sono disponibili dati su prevalenza e incidenza della cecità legale (residuo visivo non superiore a 1/20 nell’occhio migliore) in pazienti con diabete. I rilievi epidemiologici disponibili mostrano che la presenza della retinopatia diabetica si riscontra in circa un terzo dei soggetti con diabete, e circa il 2% dei pazienti con diabete sviluppa una forma grave di tale complicanza.
Più in dettaglio, secondo quanto riportato dalla Società Oftalmologica Italiana e dalla Società Italiana di Diabetologia, quando il diabete mellito (DM) viene diagnosticato oltre i 30 anni di età, la prevalenza di retinopatia diabetica  varia tra il 21% negli individui con diabete insorto da meno di 10 anni e il 76% in quelli con più di 20 anni dalla diagnosi di diabete: mediamente il 30-50% della popolazione diabetica è affetto da retinopatia in forma di varia gravità.

I dati ufficiali indicano che nel 2012, gli individui con retinopatia diabetica ammontavano a almeno 625.000 casi.L’incidenza cumulativa di retinopatia in un periodo di osservazione di cinque anni, inoltre, varia dal 35% al 60%, a seconda che si tratti rispettivamente di pazienti anziani trattati con sola dieta o di giovani con diabete di tipo 1. Si può ipotizzare una stima sulla base di un semplice calcolo a partire dai dati dell’ISTATse il 5,5% dei 60 milioni di Italiani soffre di diabete mellito e se circa il 30% di essi dovesse sviluppare la retinopatia diabetica, quest’ultima interesserebbe nel nostro paese circa un milione di individui, di cui 220mila svilupperebbero edema maculare diabetico.


Le considerazioni epidemiologiche conducono, pertanto, a delineare uno scenario preoccupante e che esige un immediato intervento in termini di prevenzione: 
al progressivo incremento della prevalenza non sembra, infatti, ad oggi corrispondere un’offerta adeguata di servizi per la prevenzione e il trattamento della retinopatia diabetica.
(Articolo dell'11 febbraio 2019, estratto da Diabete.com