POST DEL PROF. ENZO BONORA PUBBLICATO NEL SUO CANALE
IL 1° OTTOBRE 2024
POST DEL PROF. ENZO BONORA PUBBLICATO NEL SUO CANALE
IL 1° OTTOBRE 2024
NON SOLO TUMORI
DANNI AL SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO
IPERTENSIONE, ICTUS, CARDIOPATIE, INSUFFICIENZA CARDIACA,
ANEURISMA AORTICO E ALTRE PATOLOGIE
Tutti conosciamo l'associazione tra fumo e tumore polmonare,
ma anche altri tumori sono associati in diversa misura al fumo di tabacco, come
i tumori del cavo orale e della gola, dell'esofago, del pancreas, del colon,
della vescica, della prostata, del rene, del seno, delle ovaie e di alcune
leucemie.
La nicotina, oltre a indurre dipendenza, ha degli effetti
nefasti anche sul sistema cardiocircolatorio, perché provoca danni a livello
dei vasi sanguigni, causa di ipertensione arteriosa, ictus, cardiopatia
ischemica, insufficienza cardiaca e aneurisma aortico.
Sostanze
Nocive nel Fumo
Il fumo che origina dalla combustione incompleta del tabacco
e della carta che lo avvolge è costituito da almeno 7.000 sostanze. Tra queste:
sostanze irritanti; catrame; monossido di carbonio; nicotina.
I filtri riducono la quantità di queste sostanze
che arriva nelle vie respiratorie,
ma NON le eliminano.
► Tra le
sostanze irritanti presenti nel fumo, si ricordano: acido cianidrico,
acroleina, formaldeide e ammoniaca. Causano danni immediati alla mucosa delle
vie respiratorie. Inoltre, l'azione irritante provoca tosse, eccesso di muco,
bronchite cronica, enfisema.
► Il
catrame, facente parte della componente corpuscolata del fumo, comprende
diverse sostanze, tra cui le più note sono benzopirene e idrocarburi aromatici;
è dimostrato che queste sostanze sono cancerogene.
► Il
catrame, inoltre, irrita le vie respiratorie, ingiallisce i denti, contribuisce
all'alito cattivo e alla sensazione di amaro in bocca.
Danni
del Fumo
Il monossido di carbonio si lega all'emoglobina, riducendo
la sua capacità di trasportare l'ossigeno. Questo comporta un minore nutrimento
per i tessuti.
La nicotina è un alcaloide naturale, presente nel tabacco in
una percentuale che va dal 2 all'8%. La nicotina contenuta in una sigaretta non
è molto tossica ma dà dipendenza!
Quando arriva ai polmoni, la nicotina passa nel sangue e arriva al cervello in pochi secondi. La nicotina stimola la liberazione di dopamina nel SNC e di adrenalina nel surrene. L'effetto è eccitatorio sia a livello della mente che del corpo. Poco dopo, però, subentra un effetto deprimente che spinge a fumare ancora per provare di nuovo gli effetti positivi.
Con ciò si spiega la dipendenza, il cui grado si misura valutando
questi parametri:
► difficoltà di smetterne l'uso;
► frequenza delle recidive;
► percentuale di soggetti dipendenti;
► "valore" attribuito al fumo, malgrado l'evidenza
dei danni.
Oltre alla dipendenza farmacologica da nicotina, nel
fumatore si crea anche una dipendenza psicologica. Quando si smette di fumare
si manifesta una vera e propria sindrome da astinenza, caratterizzata da:
► irritabilità, collera, ansia;
► voglia irrefrenabile di fumare;
► difficoltà di concentrazione;
► insonnia.
La nicotina è considerata una droga a tutti gli effetti.
Dall'inizio degli anni '90 il contenuto di nicotina delle sigarette è
regolamentato e non può superare un certo numero di mg.
L’insulina e il glucosio lavorano insieme in tutto l’organismo.
(da Diabete.com - https://www.diabete.com/come-vengono-utilizzate-insulina-e-il-glucosio/)
In risposta a vari stimoli – ormonali, nervosi e soprattutto
nutrizionali – le cellule beta del pancreas producono l’ormone insulina, che
consente di mantenere livelli plasmatici di glucosio (zucchero semplice) utili
per il funzionamento ottimale di tutti i tessuti dell’organismo (livelli di
glicemia normali). Il principale stimolo per l’azione insulinica è fornito da
un pasto ricco di carboidrati semplici e povero di fibre, grassi e proteine.
Anche alcuni farmaci, per es. le sulfaniluree, sono in grado di aumentare la
sintesi di insulina.
L’insulina è l’ormone anabolico per eccellenza
L’insulina favorisce l’ingresso dello zucchero nelle
cellule, agendo come una sorta di “chiave” che apre una serratura. Favorisce,
quindi, l’utilizzo del glucosio abbassandone il livello nel sangue (azione
ipoglicemizzante).
Stimola l’utilizzo del glucosio come fonte energetica
rispetto a grassi e proteine.
Favorisce lo stoccaggio del glucosio nelle cellule sotto
forma di glicogeno (glicogenosintesi). Il glicogeno funge da riserva energetica
a più lento rilascio, soprattutto nel fegato e nei muscoli.
L’insulina ha un ruolo anabolizzante anche nel metabolismo di proteine e grassi, stimolando la proliferazione cellulare:
► stimola la sintesi proteica e contrasta la formazione di glucosio a partire da alcuni aminoacidi (neoglucogenesi);
► favorisce il passaggio di aminoacidi dal sangue nelle
cellule;
► facilita il trasporto degli acidi grassi dal sangue
all’interno delle cellule;
► stimola la sintesi di acidi grassi utilizzando come fonte il
glucosio e gli aminoacidi in eccesso;
► inibisce l’utilizzo di acidi grassi come fonte energetica
(lipolisi);
► stimola la sintesi endogena di colesterolo.
L’insulina viene prodotta nel pancreas, dalle cellule beta che si trovano all’interno di aggregati cellulari (le isole pancreatiche o isole di Langherans). L’insulina viene prodotta in modo continuo, tutto il giorno. A questa produzione basale si sommano picchi di secrezione insulinica in risposta ai carboidrati assunti con l’alimentazione.
Tanti più carboidrati si assumono con la dieta quotidiana,
tanta più insulina viene prodotta nella persona senza diabete.
Normale funzionamento
L’insulina, una volta legata al suo recettore, è la “chiave”
che permette al glucosio di entrare nelle cellule che lo ”bruciano” per
trasformarlo in energia utile per l’intero organismo.
Diabete Tipo 1
Nel diabete di tipo 1, il pancreas produce quantità
insufficienti o non produce del tutto insulina, quindi il glucosio non riesce
ad entrare nelle cellule e a essere utilizzato nelle quantità adeguate. Si
accumula nel sangue (iperglicemia).
Nel diabete di tipo 2, il pancreas può produrre insulina
anche in eccesso, ma comunque in maniera inadeguata a mantenere i livelli di
glucosio nel sangue (glicemia) entro i limiti della norma; questo è
principalmente dovuto alla scarsa capacità dei tessuti – normalmente
insulino-dipendenti – a interagire con l’ormone (fenomeno chiamato:
insulino-resistenza). Il glucosio si accumula nel sangue (iperglicemia) perché
non riesce ad entrare in modo adeguato nelle cellule. Quando il livello diventa
alto nel sangue, il glucosio viene escreto dalle urine (glicosuria).
OSPEDALE PEDIATRICO BAMBINO GESÙ
(https://www.ospedalebambinogesu.it/chi-siamo-97235/)
Sfoglia online la 'guida al diabete dei bambini' a cura del Centro di Diabetologia Pediatrica
dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma (clicca 4 guide):
Nei 4 volumi della guida, a cura del Centro di Diabetologia Pediatrica dell'Ospedale, sono contenute una serie di indicazioni utili sul diabete pediatrico, dalle definizioni alla gestione, fino agli aspetti psicologici.
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Istituzione della Santa Sede, si presenta come il più grande Policlinico e Centro di ricerca pediatrico in Europa. Collegato ai maggiori centri internazionali del settore, è punto di riferimento per la salute di bambini e ragazzi provenienti da tutta Italia e dall’estero.
UN OSPEDALE SU PIU' SEDI
L’assistenza sanitaria è articolata su 6 poli di ricovero e cura: la sede storica del Gianicolo, la sede di San Paolo Fuori le Mura e quella di Viale Baldelli a Roma; le sedi di Palidoro e Santa Marinella, sul litorale laziale, a cui si è aggiunta nel 2022 la sede di Passoscuro, dedicata alle cure palliative pediatriche. Un totale di 627 posti letto, di cui 40 di terapia intensiva e 22 di semi intensiva neonatale.
San Paolo è anche la sede dei grandi laboratori di ricerca dell’Ospedale, attrezzati con le più moderne tecnologie per le indagini genetiche e cellulari, compresa un’Officina farmaceutica dedicata alla produzione di terapie avanzate. Il Bambino Gesù, infine, è sede per l’Italia di Orphanet, il più grande database mondiale per le malattie rare a cui aderiscono oltre 40 Stati.
LE AVVENTUROSE STORIE DI CINDY: IL DIABETE
Il video contiene le immagini di un file PDF che abbiamo trovato in Internet, contenuto in un libro pubblicato nel sito dall’Associazione Generale Diabetici di Livorno. Abbiamo aggiunto musica per bambini ai quali è destinato, ma serve l’aiuto dei genitori per i più piccoli.
https://agdalivorno.it/agd/bd/opuscoli/Le_avventurose_storie_di_Cindy.pdf
ARRESTIAMOLO QUEL BASTARDO DEL DIABETE
Filo conduttore di questo breve spot, prodotto da
DiabeteRovigo.it, è una immagine icona, con definizione, creata dal Prof. Enzo
Bonora nella sua pagina FB, che rappresenta la malattia, che può nascondersi in
noi stessi e che minaccia la nostra vita, comparendo quando ha già fatto danni.
Una immagine concetto. È un invito a combattere la malattia rivolto a tutti,
non solo a chi sa di averla. Nei casi più gravi, si presenta come “infarto”, “ictus”,
“perdita della vista”, “insufficienza renale”, “cancrena degli arti inferiori”.
Guai seri quindi a sottovalutarla! L’arma per combatterla a nostra disposizione
si chiama “prevenzione”: stile di vita, controlli, medicine, conoscenza.
PREVENIRE IL DIABETE DIVERTENDOCI
Questo è un breve spot creato con vari spezzoni in 3D delle
parole Diabete, Prevenzione, Educazione, Informazione. È accompagnato da
piacevole musica.
Compare anche l'invito all'iscrizione al Gruppo Polesano FB,
utile per chi vuole seguire i post pubblicati, che hanno lo scopo di
"informare" ed "educare" per fare "prevenzione".
questo il link:
https://www.facebook.com/groups/diabetepolesine
È collegato alla pagina FB:
https://www.facebook.com/assodiabeticipolesine
Utile è anche visitare il blog di Google:
https://assodiabeticipolesine.blogspot.com/
e il sito web:
Nei vari siti non c'è pubblicità. Sono gestiti da persone con diabete della Associazione Diabetici di Rovigo, l'organizzazione ufficiale di Volontariato della Provincia di Rovigo
Il video con le immagini in movimento
MA QUANTO IGNORANTE SONO? DUBBIO AMLETICO O REALTÀ?
È UNA
DOMANDA O UNA AFFERMAZIONE?
ENTRAMBE!
Non
sei ignorante, sei solo molto curioso.
La
curiosità è essenziale per la conoscenza.
Tutti
conosciamo l'importanza delle vitamine, ma non nel dettaglio. Sappiamo a cosa
servono o perché sono così importanti? Scopriamo insieme alcune curiosità!
Che
cosa sono le vitamine
I nutrienti
sono quelle sostanze assunte durante il processo di nutrizione e indispensabili
alla vita e al metabolismo del nostro organismo. A loro volta, i nutrienti si
si dividono in macronutrienti, come gli zuccheri, le proteine e i grassi, e
micronutrienti, principi nutritivi che il nostro organismo non riesce a produrre
da solo e necessari solo in piccole quantità.
Di questo
sottogruppo fanno parte anche le vitamine, composti chimici
organici fondamentali per lo svolgimento di diverse funzioni che avvengono nel
corpo; tra queste, le vitamine risultano indispensabili per la
crescita dell'organismo, per l'integrità delle cellule e per lo svolgimento
regolare dei processi metabolici. Le vitamine, inoltre, si
possono suddividere a loro volta in due grandi gruppi: idrosolubili (ovvero che
si sciolgono in acqua) e liposolubili (che si sciolgono nei grassi).
Le vitamine idrosolubili
– di cui fanno
parte la vitamina C e le vitamine del gruppo B – devono essere assunte
regolarmente e non si accumulano nei tessuti, perché vengono rapidamente
eliminate dall’organismo mediante le urine. Per questo, è molto difficile che
si verifichino casi di sovradosaggio di questo tipo di vitamine.
Le vitamine liposolubili, invece, sono trasportate all'interno del corpo dai
grassi e vengono immagazzinate nei tessuti, in particolare nel tessuto adiposo:
per questo vengono eliminate molto lentamente e possono determinare problemi di
dosaggio eccessivo. Tuttavia, il sovradosaggio di queste vitamine può
avvenire solo tramite l’assunzione di integratori, poiché è
praticamente impossibile assumerne quantità eccessive con l’alimentazione. Tra
le vitamine liposolubili troviamo la vitamina A, la vitamina D, la E e la K.
8 curiosità sulle vitamine
Le vitamine
fanno ingrassare?
Assolutamente no! Le vitamine, infatti, sono nutrienti
completamente privi di calorie e non influiscono sul peso corporeo. Al
contrario, le vitamine sono importantissime per aiutare il
nostro organismo a gestire il metabolismo e l’energia assorbita dai
cibi.
Cuocere un
alimento distrugge le vitamine contenute al suo interno?
No. Infatti, anche se la cottura di un alimento può
ridurre la quantità di vitamine al suo interno, in nessun caso
l’apporto di vitamine verrà completamente azzerato. La
riduzione dell’apporto vitaminico di un alimento può dipendere sia dal tipo di
vitamina che dal tipo di cottura, e tra i metodi di cottura che comportano una
maggiore perdita di vitamine possiamo annoverare la
bollitura, ovvero l’immersione in acqua molto calda di un alimento.
Quali
alimenti sono più ricchi di vitamine?
Gli alimenti di origine vegetale rappresentano la
risorsa vitaminica più importante per l'uomo, poiché sono gli unici organismi
in grado di produrre vitamine in modo autonomo.
Surgelare
gli alimenti ne riduce le vitamine?
No, l’eventuale perdita di vitamine deriva
sempre dalla cottura degli alimenti.
Il
contenuto vitaminico della frutta può cambiare?
Si! La quantità di vitamine contenute in
un frutto può cambiare sia rispetto alla maturazione che ai processi cui la
frutta viene sottoposta. Il contenuto vitaminico, infatti, risulta maggiore nei
frutti maturi, purché la crescita avvenga sulla pianta e non in frigo, mentre
può diminuire a seguito dell’essicazione, procedimento che colpisce soprattutto
la vitamina C fino quasi ad azzerarla.
Il
contenuto di vitamine negli integratori è fissato per legge?
Si, ed è compreso tra un valore minimo, determinato in
modo che contribuisca correttamente al fabbisogno, e uno massimo, molto al di
sotto della soglia di tossicità.
Fa
bene a tutti assumere integratori di vitamine?
Falso.
Infatti, mentre
la carenza di numerose vitamine affligge tutt'oggi
le regioni povere del mondo, nei paesi occidentali è difficilissimo che questo
avvenga. Le cause più comuni di carenza vitaminica sono: la
presenza di una malattia che impedisce l’assorbimento delle vitamine, il
seguire una dieta particolarmente squilibrata, oppure casi di fabbisogno
aumentato, come accade in gravidanza. Il consumo di integratori vitaminici
perciò è superfluo negli individui sani che si alimentano con una dieta varia
ed equilibrata.
Più
vitamine prendo e meglio sto?
Falso.
Il consumo
eccessivo di integratori vitaminici, infatti, può portare ad
una malattia chiamata ipervitaminosi, che può avere conseguenze a
volte anche molto gravi. Le più frequenti ipervitaminosi si verificano
assumendo in eccesso le vitamine liposolubili, ovvero le
vitamine A, D, E o K, che vengono immagazzinate nel fegato e nel grasso
corporeo e vengono eliminate molto lentamente. Assumere dosi eccessive di
queste vitamine attraverso l’alimentazione è praticamente
impossibile: per questo motivo, la maggior parte dei casi di ipervitaminosi
riportati sono dovuti a un consumo eccessivo di integratori.
I sintomi
legati all'ipervitaminosi sono molti vari e, in linea di massima, dipendono dal
tipo di vitamina che si è accumulata in eccesso. In caso di eccesso di vitamina
A i sintomi più comuni sono: cefalea, vomito e stato di torpore, con
ossificazione precoce o malformazioni, rispettivamente nel bambino e nel feto.
Per quanto riguarda l’eccesso di vitamina D, invece, si può osservare un
aumento dei livelli di calcio nel sangue, accompagnato da sete, dolori
addominali e affaticamento, fino ad arrivare ai casi più gravi di alterazioni
dello stato di veglia. Infine, l’ipervitaminosi di vitamina E non è tossica, ma
può portare a disturbi intestinali, mentre l’eccesso di vitamina K, anche se più raro, può portare a
vampate, trombosi e anemia.
Gli integratori vitaminici,
quindi, non devono essere assunti indiscriminatamente e senza un reale
necessità: è sempre buona norma consultare il proprio medico di fiducia prima
di assumere qualunque tipo di integratore.
Testo tratto da:
BOLOGNATODAY Redazione
ALIMENTAZIONE - LA MEDICINA
PIU’ IMPORTANTE CHE DOBBIAMO USARE BENE
In un articolo precedente abbiamo mostrato come si calcola
il fabbisogno calorico delle persone conoscendo il loro sesso, età, peso, e
altezza, quale lavoro svolgono e quale attività fisica praticano.
Il risultato ci dice quante calorie sono necessarie a ciascuno
di noi per vivere e crescere. Le calorie sono fornite dal cibo che mangiano
tutti i giorni. Per cui il cibo che mangiamo dovrebbe fornire le medesime
calorie.
Il concetto è molto chiaro. Ma la sua applicazione è spesso
difficile, per molteplici ragioni, alcune delle quali non dipendono da noi, ma
dall’organizzazione sociale in cui viviamo.
Ma altre riguardano l’assenza di una adeguata educazione
alimentare. A questo proposito ci siamo posti la domanda:
Nelle scuole si insegna "Scienza
dell'alimentazione". È sufficiente per assicurare una sana alimentazione
nelle famiglie?
LA RISPOSTA
La
scienza dell’alimentazione non va confusa con la nutrizione, che è lo studio
degli effetti degli alimenti sulla salute e sul benessere delle persone.
La scienza dell’alimentazione può contribuire a garantire una sana alimentazione nelle famiglie, ma non è sufficiente.
Queste linee
guida possono variare in base all’età, al sesso, allo stile di vita, alle
condizioni di salute, alle preferenze e alle tradizioni culturali.
Alcuni esempi di linee guida per una
sana alimentazione sono:
► Controllare
il peso e mantenersi sempre attivi
► Consumare
più frutta e verdura, cereali integrali e legumi
► Bere ogni
giorno acqua in abbondanza
► Scegliere i
grassi di qualità e limitarne la quantità
► Ridurre lo
zucchero, il sale e l’alcol
► Variare la
propria alimentazione
► Prestare attenzione alla sicurezza e alla sostenibilità
degli alimenti
Per approfondire questi e altri
argomenti, si può consultare il sito del CREA, il Consiglio
per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria, che offre
materiale formativo e informativo sulla scienza dell’alimentazione e sulla
nutrizione.
Si può anche visitare il sito
del Corso di Laurea Magistrale in
Scienze dell’Alimentazione dell’Università di Firenze, che
forma esperti in questo settore.
Il video che pubblichiamo (ce ne sono molti in Internet) ha
lo scopo di sensibilizzare le famiglie e gli insegnanti dei vari livelli della
Scuola sul tema dell’alimentazione e nutrizione.
cliccare sul link o sulla foto
https://drive.google.com/file/d/14zAndCd2yJB4O4KXO89z6-8P_QJPXUnG/view?usp=sharing
Questo video è un servizio di RAI3 GEO che analizza lo stato del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano, nato nel 1978 con la legge firmata da Tina Anselmi. Il video intervista Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, che ha pubblicato il sesto rapporto sul SSN, evidenziando i problemi e le possibili soluzioni.