LA COSTITUZIONE GARANTISCE IL DIRITTO ALLA SALUTE
L'emergenza da Corona Virus è l'esempio che la salute deve essere tutelata con tutti i mezzi possibili, come dovrebbe esserlo per le malattie che uccidono ogni anno migliaia di persone.
Nel caso del diabete una vecchia regola dell'AIFA, l'Agenzia Regolatoria Italiana del Farmaco, autorizza la prescrizione dei farmaci innovativi ai soli medici specialisti che operano nelle strutture delle Ulss, farmaci che oramai sono divenuti d'uso comune nel mondo avendo dimostrato la loro efficacia nel curare il diabete e prevenire le complicazioni cardio-vascolari e renali.
Ma in Italia più del 50% dei pazienti diabetici non sono seguiti presso i Servizi di Diabetologia, per cui permane il grande ostacolo alla diffusione di queste nuove terapie, legato alla necessità di un Piano Terapeutico che deve essere compilato solo dallo specialista Diabetologo.
La regola, originariamente imposta per ragioni di cautela, è ora ispirata al controllo della spesa per i nuovi
farmaci, ma è contraddittoria considerando il risparmio indotto dalla riduzione delle
ospedalizzazioni per complicanze non più insorgenti con l'uso di farmaci più appropriati.
Il piano terapeutico per questi farmaci è una esclusiva tutta italiana, e preclude al Medico di Medicina Generale la possibilità di prescriverli ad un’ampia percentuale di pazienti.
Persistere nel divieto significa togliere il diritto alla salute a milioni di cittadini, diritto sancito dalla Costituzione dagli artt. 2 e 32 e crea disparità di trattamento, distinguendo gli ammalati di diabete di serie A (quelli gestiti dai CAD) e di serie B (quelli gestiti dai MMG); contemporaneamente significa togliere tempo alla diagnosi, cura ed educazione del paziente, imponendo inutili adempimenti burocratici giustificativi, contrari alla stessa natura della funzione medica ed al principio della autonomia delle sue decisioni.
Il piano terapeutico per questi farmaci è una esclusiva tutta italiana, e preclude al Medico di Medicina Generale la possibilità di prescriverli ad un’ampia percentuale di pazienti.
Persistere nel divieto significa togliere il diritto alla salute a milioni di cittadini, diritto sancito dalla Costituzione dagli artt. 2 e 32 e crea disparità di trattamento, distinguendo gli ammalati di diabete di serie A (quelli gestiti dai CAD) e di serie B (quelli gestiti dai MMG); contemporaneamente significa togliere tempo alla diagnosi, cura ed educazione del paziente, imponendo inutili adempimenti burocratici giustificativi, contrari alla stessa natura della funzione medica ed al principio della autonomia delle sue decisioni.
Le due immagini che seguono sono state estratte da uno studio del Prof. Enzo Bonora sui dati recenti pubblicati dall'Osservatorio ARNO, mostrano la percentuale dei diabetici trattati con le varie categorie di farmaci e denunciano quanto bassa sia l'incidenza delle persone trattate con i farmaci innovativi.
Tutto ciò è assurdo e deve essere
interrotto. Servono drastiche soluzioni che mettano in primo piano il bene
collettivo rappresentato dalla salute di milioni di Italiani.
Prevenire le gravi complicanze del
diabete è prioritario rispetto a tutte le errate obbiezioni, come sancito
dall’articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”.
Constatiamo anche la mancata attuazione, da parte degli Organi Esecutivi Regionali e delle singole ULSS, di importanti norme previste dalla legge di
"PREVENZIONE, LA DIAGNOSI E LA CURA DEL DIABETE MELLITO
DELL’ETÀ ADULTA E PEDIATRICA (Legge regionale 11 novembre 2011, n. 24),
come ad esempio quelle relative alla Commissione Regionale per il Diabete, che non funziona, e quelle che prevedono l'istituzione di analoghe commissioni previste in ciascuna Ulss.
Si è svolto a Rovigo, il giorno 21 febbraio, un Convegno
Regionale con tema l’ADERENZA TERAPEUTICA E DIABETE, un problema venuto alla
ribalta a livello mondiale, che attiene all’aderenza alle terapie prescritte, ma
che in l’Italia e singole Regioni, per quanto riguarda il diabete e le malattie
croniche, il difetto di aderenza si somma all’inefficacia delle cure, non essendo permessa la prescrizione delle moderne medicine ai Medici
di Medicina Generale.
Il Convegno ha mostrato grande attenzione delle varie componenti la Filiera (Specialisti, MMG, Infermieri, Farmacisti, Associazioni degli ammalati) con interventi di alto livello sui temi in discussione, con l'intento di rendere più efficiente l’assistenza,
la cura e la prevenzione, condizione per migliorare la c.d. "aderenza terapeutica" e l'efficacia delle cure.
Ma servono decisioni e norme atte ad evitare strade diversificate percorse in ordine sparso e inutili sovrapposizioni, con regie,
le commissioni già previste,
che funzionino realmente, programmino le azioni e controllino i risultati. Facciamo in modo che fra il "dire" e il "fare" non ci sia la solita scusa:
"MANCA IL TEMPO"
LA GRAVITA' DEL DIABETE È SOTTOVALUTATA
I problemi posti in questo post, emersi dal Convegno citato, sono molto seri, sono “politici” nel senso più nobile della parola, ma
non viene meno la loro natura se il titolo del post richiama la nota canzone che riportiamo con le frasi modificate, adattate al nostro tema.
L'autore, ENZO JANNACCI, era un medico, ma diventato celebre come
canta-autore negli anni ’60 dello scorso secolo. Non era una canzoncina per
bambini come pensano molti, in realtà è stata uno dei pezzi più politici dell’Italia
di quegli anni.
Gli amici possono proporre modifiche al testo per dare più efficacia alla nostra azione di protesta di persone ammalate, ma che intendono vivere ancora a lungo.
VENGO ANCH’IO … NO, TU NO!
Si potrebbe autorizzare tutti quanti
i medici.
Vengo anch'io. No, tu no.
A curare i diabetici con le moderne medicine
e gridare evviva, evviva i diabetici
non moriranno più d’infarto,
e vedere tutti felici e l'effetto che
fa.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Ma perché? Perché no!
Si potrebbe aumentare le mansioni
degli infermieri.
Vengo anch’io. Non, tu no
Per ad assistere ed istruire le persone con diabete
E gridare è bello, è bello non ci
sono più liste d’attesa
e vedere tutti felici e l'effetto che
fa.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Ma perché? Perché no!
Si potrebbe andare direttamente in
farmacia.
Vengo anch’io. No, tu no.
Per ottenere assistenza e medicine in caso di diabete
E finalmente non fare chilometri per una
ricetta
e vedere tutti felici e l'effetto che
fa.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Ma perché? Perché no!
Si potrebbe autorizzare l’amico
diabetico esperto.
Vengo anch’io. No, tu no.
Perché nessuno sa fare meglio di lui
E finalmente poter essere tutti
autosufficienti
e vedere tutti felici e l’effetto
che fa.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Ma perché? Perché no!
DA RAI 1 ANNI 1960