È vero che si sconfigge il diabete con un piccolo intervento al duodeno?
Pubblichiamo il video di risposta al quesito del Prof. Enzo Bonora che contesta e chiarisce che si tratta di una errata lettura e titolo di notizie date frettolosamente dalla stampa.
https://www.facebook.com/enzobonoracontroildiabete/videos/794793291440519/
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Un articolo pubblicato il giorno 15 febbraio che sintetizza per punti il pensiero del diabetologo
https://www.ladyblitz.it/salute/diabete-guarisce-intervento-cosa-dice-diabetologo-1708320/
Nelle ultime settimane ha fatto molto scalpore la notizia
secondo cui sarebbe possibile far regredire o addirittura sconfiggere il
diabete con un piccolo intervento semi invasivo al duodeno. Ma le cose stanno
davvero così? Cerchiamo di capire qualcosa su questa che sembra una incredibile
notizia, facendo riferimento a cosa dice il professor Enzo Bonora, ordinario di
endocrinologia dell’Università di Verona e direttore del reparto di
endocrinologia, diabetologia e malattie del metabolismo dell’Azienda Ospedaliera
Universitaria Integrata di Verona.
Sulla sua pagina Facebook, il professore è solito fare
chiarezza su molte questioni legate al diabete. Nelle scorse ore, ha pubblicato
un video in cui spiega cosa c’è di vero e cosa no in merito alla notizia secondo
cui un mini intervento sarebbe in grado di far guarire dal diabete.
Ringiovanimento del duodeno e cura del diabete, cosa c’è di vero
Innanzitutto, il professore scrive come titolo del video:
“Ringiovanimento del duodeno e guarigione dal diabete. Magari fosse davvero
così. Attenzione ai titoli. Spesso sono fuorvianti. A volte sono ingannevoli”.
Nel video, poi, Enzo Bonora fa chiarezza sulla questione.
“Guarigione dal diabete con il ringiovanimento del duodeno. I titoli dei
giornali, a volte, non la raccontano esattamente come poi c’è scritto
nell’articolo che sta sotto a quel titolo. E a volte l’articolo, che è scritto
magari da un non tecnico, trascura alcuni aspetti fondamentali che possono
invece essere trovati nell’articolo scientifico pubblicato, ammesso che questo
ci sia.
Perché a volte si tratta di dati preliminari che vengono
comunicati alla stampa prima che l’articolo sia pubblicato e, a volte,
quell’articolo non sarà nemmeno mai pubblicato perché poi emergono problemi”.
Detto questo, il professore spiega:
“Mi sono andato a riguardare questa cosa, che in realtà non
è una novità. Sono anni che qualcuno fa questo tipo di intervento. Di cosa si
tratta? Con una manovra di carattere endoscopico, come quella che si fa durante
una gastroscopia, si va a guardare con un tubo endoscopico il duodeno, Nella
prima porzione del duodeno viene fatta una termoablazione per una decina di centimetri.
Questo comporta un sovvertimento anatomico quantomeno temporaneo di quella
porzione del duodeno e un cambiamento di quella che è la capacità delle cellule
di quella porzione di duodeno di produrre certi ormoni, le incretine.
Le incretine sono in grado di regolare la funzione delle
cellule che producono insulina da parte del pancreas, delle cellule che
producono il glucagone da parte delle isole del pancreas e regolano anche
funzioni a distanza a livello ad esempio delle centraline che in alcune zone
del cervello sovrintendono le funzioni metaboliche”.
Perché i titoli non sono esatti
Quindi, il professore precisa: “Il termine esatto, quindi,
non è nemmeno ringiovanimento del duodeno. In inglese infatti si chiama
“modificare la superficie del duodeno”. In realtà c’è una logica in questo
intervento perché è stato dimostrato quanto importanti sono le incretine nel
determinare effetti favorevoli dal punto di vista metabolico. Non è un caso se
esistono incretine iniettabili anche una sola volta a settimana, che vengono
utilizzate per la terapia del diabete”.
“Per inciso -continua il professore- in alcuni di questi studi, dopo aver fatto la tecnica di termoablazione a livello della mucosa duodenale si fa terapia proprio con le iniezioni settimanali di incretine. Inoltre, i pazienti vengono sottoposti a un trattamento dietetico.
Quindi sono 3 cose insieme: la termoablazione, il
trattamento con farmaco, il trattamento con modifica di alimentazione. Per cui
è qualcosa che va oltre al semplice “ringiovanimento” della parete duodenale
per ottenere risultati”.
E quali risultati si ottengono?
“Non come dice qualche titolo in maniera roboante, la
guarigione del diabete. Ma il miglioramento dei livelli di glicemia e di
emoglobina glicata. Un miglioramento che non è nemmeno spettacolare, nel senso
che la riduzione dell’emoglobina glicata è di circa l’1%, tanto quanto fanno
molti farmaci. O come fa anche un cambiamento di stile di vita. Anzi, quando ad
una alimentazione corretta (partendo da una alimentazione scorretta) si associa
anche dell’esercizio fisico, si è in grado di ridurre l’emoglobina glicata ben
più dell’1%”.
Attenzione quindi ai titoli fuorvianti che promettono la guarigione dal
diabete
“Si tratta di titoli fuorvianti perché con questo intervento
non vi è la guarigione dal diabete ma un miglioramento. La guarigione -spiega
il professore- è un’altra cosa: qualcosa che porta alla possibilità di non fare
più nulla, nemmeno seguire una dieta, essedo perfettamente normali. E questa
cosa, nel diabete di tipo 2, non esiste. Non c’è. C’è sempre bisogno di un
trattamento, che sia con dieta o con farmaci. Da questi titoli fuorvianti
bisogna stare molto attenti. Bisogna leggere l’articolo e andare a cercare le
fonti. Capisco che per un non tecnico questo sia difficile, ma è importante”.
I titoli ingannevoli, ancora più pericolosi
Il professore, infine, invita a stare molto attenti ai
titoli ingannevoli: “State soprattutto attenti a quei titoli che non sono solo
illusori ma anche ingannevoli. Nel senso che la persona viene ingannata perché
portata a pensare che quella certa cosa, che spesso è un prodotto venduto -in
genere solo online- possa determinare grandi benefici se non una guarigione.
State attenti perché nel campo del diabete -ma anche nelle malattie metaboliche
o in quelle cardiovascolari, ma in particolare nel diabete perché ci sono
milioni di persone in Italia con questa malattia- vengono fatte delle
pubblicità su prodotti senza alcun fondamento scientifico che sono venduti
online, dichiarando che sono in grado di fare cose che non fanno.
Se quelle certe cose -sottolinea il professore- producessero
davvero quei risultati formidabili, voi dovete essere sicuri che il nostro
sistema sanitario le garantirebbe alle persone per poter avere le cure
migliori”.
Infine, il professore spiega: “Quindi attenzione ai titoli,
attenzione a non essere ingannati, fate riferimento sempre e solo a chi vi
cura”.