venerdì 26 ottobre 2018

DIABETE: NEI RISTORANTI AFFARI E PREVENZIONE A FIN DI BENE


A CASTELFRANCO VENETO IL  CAFÈ FRACCARO
“PRIMO RISTORANTE AMICO DEI DIABETICI”




Tutto è iniziato con un comunicato stampa della Regione Veneto dell’11 settembre, poi l’evento il 12 seguito da  dettagliatissimi articoli della Regione e  giornali, compreso il prestigioso Sole 24 Ore e servizi delle TV locali, che hanno generato decine di pagine in Internet con la notizia che plaude la “FRACCARO CAFÈ”,  punto di vendita al pubblico dell’Azienda Dolciaria Fraccaro di Castelfranco Veneto,  divenuto “il primo ristorante in Italia adatto anche alle persone affette da diabete di tipo 1”.   



Anche il Gruppo FB  DIABETICINSIEME amministrato dalla Coordinatrice regionale delle Associazioni Venete dei diabetici ha ripreso la notizia con ricchezza di particolari:  


“Il Fraccaro Café diventa il primo ristorante, pizzeria, caffetteria e pasticceria in Italia amico di tutti coloro che hanno il diabete di tipo 1. In collaborazione con l’associazione Nastrino Invisibile Onlus, promotrice del progetto, il menù del Fraccaro Cafè mostra, per ogni voce, il conteggio dei carboidrati (CHO), dettaglio fondamentale per l’assunzione corretta di insulina” …. "Presentato oggi  il menù “a misura di diabete” del Fraccaro Café. Lo spazio gourmet diventa così  il primo ristorante in Italia ad essere d1abfriend, ovvero adatto anche alle persone affette da diabete di tipo 1”



A rendere possibile il miracolo di così tanta attenzione riservata all’iniziativa il lungo elenco delle personalità presenti all’inaugurazione del negozio-ristorante,  ad iniziare dall’Assessore alla Sanità veneta  Luca Coletto,  il Sindaco di Castelfranco Veneto e Presidente della Provincia di Treviso Stefano Marcon, l’Assessore alla Sanità del Comune di Castelfranco Veneto Sandra Piva, la Dottoressa Sabrina Carraro, Vice Presidente di Assindustria Veneto centro – delegata di Territorio Castellana e il Dottor Giovanni Taliana, Presidente del Gruppo Alimentare di Assindustria Veneto centro, il Dottor Renato Grando, fiduciario Slow Food per l’Alta Marca Trevigiana. Per l’Associazione Nastrino Invisibile sono intervenuti il Presidente Stefano Palermo e Paola Tranquillo, responsabile progetti, affiancati dal management di Fraccaro Cafè.

QUESTO IL FOGLIO DESTINATO 
AI  MENÙ DEL GIORNO
Esempio: nel menù, a  fianco della torta al cioccolato, c’è il prezzo e un numero: 53. Il tiramisù invece totalizza 23 e più su, fra i primi piatti, c’è il 127 delle lasagne fresche e il 18 della Vellutata di zucchine e patate profumata alla menta. Ogni voce riporta la quota chiamata CHO che indica la quantità di carboidrati presente in ogni porzione.


Nella Tribuna di Treviso (http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2018/09/13/news/fraccaro-cafe-lancia-il-menu-per-diabetici-altri-ci-seguano-1.17246463) l’estensore dell’articolo scrive: “L'idea, se vogliamo, era piuttosto semplice: indicare i valori dei carboidrati nel menù in modo che i diabetici possano poi dosare la quantità di insulina necessaria per non aver problemi.” … “Una innovazione orgogliosamente veneta, visto che tutto è partito da una mamma di Cornuda, Paola Tranquillo, che desiderava solo una cosa: andare al ristorante (con il proprio figlio) senza il rischio di incorrere in iperglicemie.” 



L’idea è stata trasformata in “business” da Fraccaro e si spera che altri la seguano, non solo a Castelfranco Veneto, imparando a calcolare il CHO, il contenuto di carboidrati dei cibi, che dipende dal loro indice glicemico. Il calcolo dei carboidrati dei pasti è importante per dosare in modo giusto l’insulina da iniettare al pasto. Naturalmente si auspica che il calcolo sia vero  e non stimato da parte di ristoratori che copiano l’iniziativa.


Nel Blog dell’Associazione Diabetici di Rovigo c’è un post con  video e diapositive con dettagliate informazioni sull’argomento.  Il post  è già stato visto da oltre 9.000 persone.
“Il contenuto  è destinato alle persone con diabete che devono assumere insulina per assimilare gli zuccheri contenuti nel cibo. Sono contenuti argomenti che riguardano una materia chiamata "Scienza dell'alimentazione" in particolare il ramo della "nutrizione". Purtroppo non sempre il corpo umano svolge perfettamente le sue funzioni, ma per fortuna la scienza e la medicina moderna è in grado di sopperire alle inefficienze della nostra macchina. Quando il pancreas non produce più insulina o quella prodotta è insufficiente è necessario somministrare prodotti similari che svolgano la medesima funzione.
Due sono le ragioni essenziali: la prima impedire che il livello degli zuccheri nel sangue siano elevati oltre misura; la seconda è quella di fornire al corpo le energie necessarie, essendo i carboidrati gli alimenti dai quali dipende prevalentemente l'energia che ci consente di vivere. La visione del video fa bene anche alle persone che non assumono insulina, perché un giorno potrebbero averne bisogno, quando la glicemia fosse divenuta un rischio troppo elevato di complicanze cardiovascolari ed altre.”

(CLICCA E VAI AL POST)



Quello di Castelfranco Veneto è stato un evento per niente banale. Il diabete è una malattia sociale i cui numeri sono destinati ad aumentare. Parlarne e diffondere notizie sulla corretta alimentazione serve alle persone con la malattia impegnate ad impedire le complicazioni, ma serve anche a tutti gli altri per prevenirla, soprattutto alle persone a rischio di quella denominata Tipo 2. Bene quindi l’enfasi data all’episodio, molto più efficace  degli incontri-dibattiti con gli specialisti, spesso ingiustamente e colpevolmente disertati e disattesi. Questa estate anch’io ho suggerito ad un ristoratore di fare piatti con pasta “integrale”, indicata alle molte persone con diabete tipo 2, ottenendo questa risposta “già fatto, ma non interessa a nessuno”.  

L’assenteismo psicologico e menefreghismo di molti è uno dei tanti motivi per cui parlare di prevenzione cogliendo originali occasioni è un dovere delle Istituzioni.

Ho scritto il titolo del post con intenzione “polemica”, ricordando che nella sanità non sono estranei gli “affari”, con riferimento ai molti episodi che spesso emergono e che riguardano persone che ne approfittano. Non è certo se l’Azienda Fraccaro trarrà beneficio dall’iniziativa. Se avverrà, lo merita, non solo per questa iniziativa, soprattutto per il suo radicamento nel territorio e nella Comunità. Ho abitato nella vicina  Cittadella per 20 anni dal 1958, stesso periodo nel quale anche la mia famiglia a Rovigo,dopo la grande alluvione del 1951, aveva creato una analoga industria artigianale per la produzione dolciaria e conosco tutti i dettagli e problemi. La foto qui sotto dei Fraccaro è del medesimo periodo. Pino Schiesari