L’Associazione Diabetici di Rovigo, nell’attuale emergenza, è
impegnata con i propri strumenti web, nella diffusione di informazioni e
consigli di comportamento. Fra ieri sera e questa mattina il materiale
pubblicato ha raggiunto circa 15.000 persone nel territorio Polesano, con 8.000
minuti di visualizzazioni, grazie ai gruppi e pagine Facebook. Il medesimo
materiale informativo (video e consigli del Ministero della Salute) viene ora
pubblicato in questo post del blog in ambiente Google che ha diffusione mondiale.
In fondo al post un una immagine con
link fa entrare nel sito del Ministero della Salute consentendo di essere sempre aggiornati sulla situazione
nazionale.
ANIMAZIONE CHE SPIEGA CONCETTI COMPRESSI
Per prevenire il contagio e limitare il rischio di diffusione del nuovo coronavirus è fondamentale la collaborazione e l’impegno di tutti a osservare alcune norme igieniche. Nel Dpcm pubblicato in Gazzetta ufficiale il 4 marzo è chiesto a scuole, università e uffici pubblici di esporre le seguenti misure di prevenzione igienico sanitarie, e ai sindaci e alle associazioni di categoria di promuoverne la diffusione anche negli esercizi commerciali (dalle farmacie ai supermercati).
Le raccomandazioni
Lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani
Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute.
Evitare abbracci e strette di mano.
Mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro.
Igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie).
Evitare l'uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l'attività sportiva.
Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani.
Coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce.
Non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico.
Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol.
Usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.
IL POSTER
VIDEO DEL MINISTERO DELLA SALUTE
CLICCA SULL'IMMAGINE
VAI AL SITO DEL MINISTERO DELLA SALUTE PER ESSERE SEMPRE INFORMATO
L'emergenza da Corona Virus è l'esempio che la salute deve essere tutelata con tutti i mezzi possibili, come dovrebbe esserlo per le malattie che uccidono ogni anno migliaia di persone. Nel caso del diabete una vecchia regola dell'AIFA, l'Agenzia Regolatoria Italiana del Farmaco, autorizza la prescrizione dei farmaci innovativi ai soli medici specialisti che operano nelle strutture delle Ulss, farmaci che oramai sono divenuti d'uso comune nel mondo avendo dimostrato la loro efficacia nel curare il diabete e prevenire le complicazioni cardio-vascolari e renali. Ma in Italia più del 50% dei pazienti diabetici non sono seguiti presso i Servizi di Diabetologia, per cui permane il grande ostacolo alla diffusione di queste nuove terapie, legato alla necessità di un Piano Terapeutico che deve essere compilato solo dallo specialista Diabetologo.
La regola, originariamente imposta per ragioni di cautela, è ora ispirata al controllo della spesa per i nuovi
farmaci, ma è contraddittoria considerando il risparmio indotto dalla riduzione delle
ospedalizzazioni per complicanze non più insorgenti con l'uso di farmaci più appropriati. Il piano terapeutico per questi farmaci è una esclusiva tutta italiana, e preclude al Medico
di Medicina Generale la possibilità di prescriverli ad un’ampia percentuale di
pazienti. Persistere nel divieto significa togliere il diritto alla salute a milioni di cittadini, diritto sancito dalla Costituzione dagli artt. 2 e 32 e crea disparità di trattamento, distinguendo gli ammalati di diabete di serie A (quelli gestiti dai CAD) e di serie B (quelli gestiti dai MMG); contemporaneamente significa togliere tempo alla diagnosi, cura ed educazione del
paziente, imponendo inutili adempimenti burocratici giustificativi, contrari alla stessa natura della funzione medica ed al principio della autonomia delle sue decisioni.
Le due immagini che seguono sono state estratte da uno studio del Prof. Enzo Bonora sui dati recenti pubblicati dall'Osservatorio ARNO, mostrano la percentuale dei diabetici trattati con le varie categorie di farmaci e denunciano quanto bassa sia l'incidenza delle persone trattate con i farmaci innovativi.
Tutto ciò è assurdo e deve essere
interrotto. Servono drastiche soluzioni che mettano in primo piano il bene
collettivo rappresentato dalla salute di milioni di Italiani.
Prevenire le gravi complicanze del
diabete è prioritario rispetto a tutte le errate obbiezioni, come sancito
dall’articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”.
Constatiamo anche la mancata attuazione, da parte degli Organi Esecutivi Regionali e delle singole ULSS, di importanti norme previste dalla legge di
"PREVENZIONE, LA DIAGNOSI E LA CURA DEL DIABETE MELLITO
DELL’ETÀ ADULTA E PEDIATRICA (Legge regionale 11 novembre 2011, n. 24),
come ad esempio quelle relative alla Commissione Regionale per il Diabete, che non funziona, e quelle che prevedono l'istituzione di analoghe commissioni previste in ciascuna Ulss.
Si è svolto a Rovigo, il giorno 21 febbraio, un Convegno
Regionale con tema l’ADERENZA TERAPEUTICA E DIABETE, un problema venuto alla
ribalta a livello mondiale, che attiene all’aderenza alle terapie prescritte, ma
che in l’Italia e singole Regioni, per quanto riguarda il diabete e le malattie
croniche, il difetto di aderenza si somma all’inefficacia delle cure, non essendo permessa la prescrizione delle moderne medicine ai Medici
di Medicina Generale.
Il Convegno ha mostrato grande attenzione delle varie componenti la Filiera (Specialisti, MMG, Infermieri, Farmacisti, Associazioni degli ammalati) con interventi di alto livello sui temi in discussione, con l'intento di rendere più efficiente l’assistenza,
la cura e la prevenzione, condizione per migliorare la c.d. "aderenza terapeutica" e l'efficacia delle cure.
Ma servono decisioni e norme atte ad evitare strade diversificate percorse in ordine sparso e inutili sovrapposizioni, con regie,
le commissioni già previste,
che funzionino realmente, programmino le azioni e controllino i risultati. Facciamo in modo che fra il "dire" e il "fare" non ci sia la solita scusa:
"MANCA IL TEMPO"
LA GRAVITA' DEL DIABETE È SOTTOVALUTATA
I problemi posti in questo post, emersi dal Convegno citato, sono molto seri, sono “politici” nel senso più nobile della parola, ma
non viene meno la loro natura se il titolo del post richiama la nota canzone che riportiamo con le frasi modificate, adattate al nostro tema.
L'autore, ENZO JANNACCI, era un medico, ma diventato celebre come
canta-autore negli anni ’60 dello scorso secolo. Non era una canzoncina per
bambini come pensano molti, in realtà è stata uno dei pezzi più politici dell’Italia
di quegli anni.
Gli amici possono proporre modifiche al testo per dare
più efficacia alla nostra azione di protesta di persone ammalate, ma che
intendono vivere ancora a lungo.
VENGO ANCH’IO … NO, TU NO!
Si potrebbe autorizzare tutti quanti
i medici.
Vengo anch'io. No, tu no.
A curare i diabetici con le moderne
medicine
e gridare evviva, evviva i diabetici
non moriranno più d’infarto,
e vedere tutti felici e l'effetto che
fa.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Ma perché? Perché no!
Si potrebbe aumentare le mansioni
degli infermieri.
Vengo anch’io. Non, tu no
Per ad assistere ed istruire le
persone con diabete
E gridare è bello, è bello non ci
sono più liste d’attesa
e vedere tutti felici e l'effetto che
fa.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Ma perché? Perché no!
Si potrebbe andare direttamente in
farmacia.
Vengo anch’io. No, tu no.
Per ottenere assistenza e medicine in
caso di diabete
E finalmente non fare chilometri per una
ricetta
e vedere tutti felici e l'effetto che
fa.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Vengo anch'io. No, tu no.
Ma perché? Perché no!
Si potrebbe autorizzare l’amico
diabetico esperto.
Ho incontrato il Prof. Enzo Bonora durante una pausa del
Convegno di Venerdì 21 febbraio che si è svolto a Rovigo, nell’Aula Magna della
Cittadella Sanitaria di Viale Tre Martiri, con tema “l’Aderenza Terapeutica e
il Diabete”. Gli ho consigliato di lanciare il suo video pubblicato due giorni
prima sul suo canale YouTube; sarebbe stato in tema come esempio di come
affrontare il dialogo con le persone diabetiche, specialmente quelle che
affrontano la malattia senza la consapevolezza della sua gravità.
È
mancato il tempo perché subito dopo sono seguiti senza alcuna pausa
altri interventi, compresa la Tavola Rotonda, nella quale è stato uno dei
“moderatori” ed è seguito un suo intervento con tema la “Medicina digitale e
l’uso dei Media come generatori di Aderenza”.
È mancato il tempo. Quel MOTIVO che il Prof. Bonora nel
suo intervento citato ha dichiarato
“CHE MANCA AGLI SPECIALISTI”.
Ma, non servono indagini per comprenderne i
motivi. Sono necessari più medici e risorse umane, coordinate con vera regia e normative
non burocratiche, che mettano al centro di ogni attività il bene dei malati.
È mancato il tempo. O, forse, il timore che il suo
“sermone” sia stato troppo severo nei confronti degli ammalati. Anche questo, un tema ed un motivo su cui
riflettere. Non è consapevole l’ammalato della pericolosità del diabete, perché
c’è indifferenza nella società ed anche in pubbliche istituzioni.
Ma il medico (tutti) ha il dovere morale ed etico di
spiegare ai malati quali sono i pericoli. Il medesimo dovere che ha nei
confronti delle “burocrazie” delle Istituzioni quando organizza Convegni alla
vigilia di importanti decisioni normative.
Pino Schiesari
IL TESTO
Accorato appello del Prof. Enzo Bonora
in un video pubblicato nella sua pagina Facebook che abbiamo condiviso nei
social dell'Associazione Diabetici di Rovigo ed in altri gruppi.
Le parole ben
scandite hanno permesso la trasformazione del video in testo.
Qui il video con il testo letto in automatico
con voce femminile
Qui il video originale nel canale
del Prof. Enzo Bonora
Ben
ritrovati,
in questi ultimi mesi mi è capitato più volte di dovere fare
relazioni a convegni parlando di aderenza terapeutica e come sempre accade
quando devo fare una relazione mi sono andato a rivedere la letteratura,
questo perché è la letteratura che ci dà le informazioni per potere poi
raccontare cose che hanno un fondamento scientifico; ricordate sempre la
differenza fra scienza e aneddoti.
Ora, che cosa è emerso andandosi a riguardare la letteratura
sull'aderenza terapeutica nel caso del diabete?
È qualcosa di inquietante!
Intanto
vi dico che cos'è l'aderenza: aderenza vuol dire che una persona condivide con
chi la cura di dover prendere una certa medicina o di fare un certo tipo di
schema alimentare o un certo tipo di attività fisica, nella quantità giusta,
nei tempi e nei modi giusti.
Faccio un esempio: con il medico si condivide l'idea di prendere una certa medicina, una
pastiglia la mattina a colazione e la persona la prende davvero, sempre tutti i
giorni alla mattina a colazione. Se la prende davvero tutti i giorni l'aderenza
e 100 per cento. Se comincia a saltare qualche volta potrà scendere al 90 per
cento e via via andando su percentuali più basse.
Ora, quando l'agenzia italiana del farmaco va a vedere, in base alle
prescrizioni, come è l'aderenza degli italiani ai farmaci che riducono la
glicemia, purtroppo vede che l'aderenza è il 65 per cento circa; vale a
dire che una volta ogni tre quella persona non prende quello che dovrebbe
prendere …. e se uno non prende la pastiglia che abbassa la glicemia,
la glicemia ovviamente sarà più alta; se non prende la pastiglia che abbassa la
pressione, la pressione sarà più alta; se non prende la pastiglia che abbassa
il colesterolo, il colesterolo sarà più alto; e non è che possiamo poi
concludere e vabbè pazienza la glicemia sarà un po’ più alta, la pressione un
po’ più alta.
No!
Perché questo si traduce in una questione rilevante dal punto di vista
clinico, che potete immaginare. Ma vi faccio dei numeri per farvi capire questa
cosa: ora quando c'è una ridotta aderenza ad assumere determinate pastiglie per
la cura del diabete, questo si traduce ovviamente in un innalzamento
dell'emoglobina glicata,ma si traduce anche in un risultato che non
possiamo mettere in discussione perché è il fatto di essere vivi o morti, cioè
di vivere o morire.
Le persone che hanno una aderenza più bassa ai farmaci per il diabete,
hanno un aumento della mortalità di quasi il 30 per cento. Possiamo
rigirarla, se uno li prende regolarmente, ha una probabilità di morire ridotta
del 30 per cento; 30 per cento è tanto. Allo stesso modo si riduce di circa il
25 per cento a chi prende regolarmente i propri farmaci, la probabilità di
essere ricoverato in ospedale e, ovviamente, se non li si prende aumenta del 25
per cento.
Questo è veramente rilevante.
Faccio altri tre-quattro esempi che non hanno a che vedere con le medicine.
Se è una persona partecipa attivamente alla gestione del diabete, quindi è
pienamente aderente, a tutto quello che deve fare, per gestire la malattia, la
sua mortalità si riduce del 41 per cento.
Se una persona è pienamente aderente ai dettami della dieta mediterranea,
quindi è pienamente aderente, fa tutto quello che viene raccomandato di fare
per seguire la dieta mediterranea, la sua mortalità si riduce del 59
per cento; 59 per cento è tantissimo. E se uno
partecipa con regolarità a programmi di attività fisica moderata, o anche
vigorosa, avendo il diabete, sto parlando di persone con diabete, la mortalità è ridotta
del 26 per cento.Quindi essere molto aderenti significa, quale che sia la cosa a
cui si è aderenti, l'alimentazione, l'attività fisica, l'assunzione dei
farmaci, significa collocarsi in una situazione in cui il rischio di morire si
riduce considerevolmente.
È per quello che diciamo alla gente di mangiare in un certo modo, di
muoversi di più, di prendere regolarmente le medicine, perché vogliamo non che
abbiano solo la glicemia più bassa, il colesterolo più basso, la pressione più
bassa, dopo una settimana, dieci giorni, un mese, sei mesi. È perché
vogliamo che vivano di più, che vivano possibilmente meglio.E che
vivono di più, è la scienza che lo ha dimostrato e che ci ha fornito dei numeri
per capire questo fenomeno. Quindi, cari amici, se qualcuno vi ha detto di
mangiare in un certo modo, e quel certo modo si traduce in una riduzione della
mortalità, cercate di farlo!
Parlo di una riduzione della mortalità dimostrata dalla scienza,
non di chiacchiere in libertà!
Se
qualcuno vi ha detto di aumentare l'attività fisica in un certo modo, cercate
di farlo, perché vi allunga la vita; se qualcuno vi ha prescritto delle
medicine per ridurre la glicemia, o per ridurre il colesterolo, o per ridurre
la pressione, prenderle non è opzionale; non può essere un giorno sì e un
giorno no; un giorno ne prendo di più, un giorno ne prendo di meno; e così via.
Vanno prese regolarmente! Si è condiviso un progetto di cura con il
medico curante: quella cosa va fatta! Perché si vive di più!
Credo di aver spiegato il concetto dell'aderenza e quanto importante
sia!
IMMAGINI con piacevole musica: Hungarian_Rhapsody_No_2_by_Liszt.mp3
Rovigo, un focolaio di idee per migliorare ed aumentare la
vita dei malati di diabete. Questo è l’obiettivo delle discussioni e delle
ricette esposte dai relatori al Convegno del 21 febbraio 2020, organizzato dal Dott.
Francesco Mollo, Responsabile della Unità operativa di Malattie Metaboliche e
Diabetologia della ULSS 5 Polesana ed attuale Presidente Regionale della
Società italiana di Diabetologia.
A Convegno i rappresentanti delle Società scientifiche
diabetologiche (SID ed AMD) e dell’Università di Padova e Verona insieme a
quelli dei Farmacisti (FederFarma), dei Medici di medicina generale (SIMG),
delle organizzazioni dei pazienti diabetici, dell’Ordine dei Medici di
Rovigo, degli Infermieri dei servizi diabeologici veneti (OSDI) e del Corso di
laurea in Educazione professionale dell’Università di Padova. Sono presenti
inoltre i responsabili dei settori farmaceutico, Dr.ssa G. Scroccaro, HTA,
Dr.ssa M. Andretta e delle Cure Primarie, Dr.ssa M.C. Ghiotto, della Regione
Veneto.
In platea, oltre ai relatori, presenti un numero imprecisato
di medici, farmacisti, infermieri professionali ed i rappresentanti delle Associazioni degli Ammalati.
Lo scopo del Convegno è stato quello di riunire in un unico
contesto competenze e contributi professionali di alto livello al fine di poter
formulare Raccomandazioni ufficiali di Consenso e l’ipotesi di nuove iniziative
per migliorare l’assistenza non solo al Diabete, anche più in generale alla
cronicità. Un significativo contributo è stato dato dalla Coordinatrice delle Associazioni del Veneto degli ammalati nel
dibattito svoltosi durante la Tavola Rotonda che ha registrato l’unanime riconoscimento sulla
necessità di pervenire ad una integrazione e coordinamento delle attività delle
varie figure in campo (Specialisti, MMG, Infermieri, Farmacisti, Associazioni e
Pazienti Guida, Famiglie) partendo dalle necessità del paziente, evitando
duplicazioni o vuoti di assistenza.
Risale ormai al 22 gennaio 2015 la notizia del lancio da
parte dell’AIFA dell’algoritmo al quale devono attenersi gli specialisti diabetologi
per definire la terapia individuale per ciascun paziente. Un sistema on line
per individuare e tarare il trattamento farmacologico sulle esigenze del
singolo paziente basato anche sulle nuove medicine.
Ma più del 50% dei pazienti diabetici non sono seguiti
presso i Servizi di Diabetologia, per cui permane il grande ostacolo alla
diffusione di queste nuove terapie, legato alla necessità di un Piano
Terapeutico che deve essere compilato solo dallo specialista Diabetologo.
Questa regola imposta dall’Agenzia Regolatoria del Farmaco (AIFA) per
regolamentare queste terapie è ispirata al controllo della spesa per i nuovi
farmaci ma non considera il risparmio indotto dalla riduzione delle
ospedalizzazioni per complicanze. Il piano terapeutico per questi farmaci
ipoglicemizzanti è una esclusiva tutta italiana, e preclude purtroppo al Medico
di Medicina Generale la possibilità di prescriverli ad un’ampia percentuale di
pazienti. La burocrazia toglie tempo alla diagnosi e all’educazione del
paziente.
Inoltre, la farmacologia e la tecnologia sono in continua
evoluzione e richiede studio ed aggiornamento da parte degli operatori, che
viene sottratto al tempo riservato agli ammalati. Vi è dunque la necessità di
allargare la base delle persone che si occupano degli ammalati. La filiera è
già individuata ed operante, è quella delle categorie menzionate in premessa, ma
mancano riconoscimenti pubblici e normative.
Mancano anche incentivazioni e mezzi tecnologici che
consentano agli operatori di utilizzare i moderni strumenti digitali, social e
media, per fare educazione e prevenzione. Tenendo, però, presente che molti
diabetici non hanno dimestichezza con questi mezzi e sono in età avanzata. Le
famiglie devono essere maggiormente coinvolte, sicuramente per le persone
minori e le persone anziane non completamente autosufficienti.
È vero che esiste una percentuale alta di mancata aderenza,
ma è eticamente errato ritenere che il malato sia l’unico responsabile,
specialmente nel caso di complessità delle prescrizioni. Molte sono le incombenze degli specialisti
e durante le visite è poco il tempo dedicato al dialogo con il paziente.
Deve essere, altresì, tenuto distinto il volontario rifiuto alle
cure, dalla inconsapevole pericolosità di omissioni. È sempre dovere del medico
di informare adeguatamente il malato dell’assenza di alternative terapeutiche
ed accertarsi che abbia effettivamente compreso quali sono le conseguenze delle
involontarie o volontarie omissioni. Essenziale anche la diffusione nel
territorio di iniziative atte a promuovere consapevolezza della pericolosità
della malattia diabetica e complicanze e della sua prevenzione con sani stili di
vita, tuttavia non attribuendo a questi l’eventuale malattia.
Le registrazioni che seguono sono state effettuate a cura
dell’Associazione Diabetici di Rovigo. Purtroppo, la scarsa qualità dell’audio,
dipendente dall’acustica della sala e dal fatto che gli oratori non hanno ben scandito
le parole, non permette una perfetta comprensione.
***
INTRODUZIONE DEL DR. FRANCESCO MOLLO - RESPONSABILE SCIENTIFICO DEL CONVEGNO Il Dott. Francesco Mollo è Responsabile della Unità operativa di Malattie Metaboliche e Diabetologia della ULSS 5 Polesana ed è attuale Presidente Regionale della Società italiana di Diabetologia.
IL SALUTO DEL DIRETTORE GENERALE DELL'ULSS 5 POLESANA DOTT. ANTONIO COMPOSTELLA
LA TAVOLA ROTONDA "VERSO UN PDTA CONDIVISO?" Moderatori: Enzo Bonora - Giovanna Scroccaro Temi di discussione: - Importanza di una Rete Assistenziale Multidisciplinare per l'assistenza alla malattia cronica - PDTA del diabete T.2 (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) - Le problematiche dell'Aserenza alla terapia nell'ottica del paziente diabetico DISCUSSANT: Loris Confortin, Manuela Bertaggia, Emilio Ramazzina, Michelangelo Galante, Natascia Bobbo, Silvia Di benedetto, Maria Cristina Ghiotto
DOTT. FRANCESCO MOLLO - PREVENZIONE CARDIO-VASCOLARE ED ADERENZA – I RISULTATI DEI GRADI TRIALS
PROF. ENZO BONORA - LA MEDICINA DIGITALE ED USO DEI MEDIA COME GENERATORI DI ADERENZA
L'audio è stato sostituito con piacevole musica Symphony_No_5_by_Beethoven.mp3
Prof. Natascia Bobbo – L’Educazione del paziente diabetico. Il
lavoro biografico con la persona malata quale condizione di aderenza.
Dott.ssa MICHELA ARMIGLIATO - La Medicina Narrativa - L'importanza della comunicazione fra Medico e Paziente
DOTT. GIOVANNI SARTORE - IL RUOLO DEL DIABETOLOGO
DOTT. MAURIZIO CANCIAN - IL RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE (MMG)
******* Un accorato appello ai pazienti del Prof. Enzo Bonora in un video pubblicato nella sua pagina Facebook che abbiamo condiviso nei social dell'Associazione Diabetici di Rovigo ed in altri gruppi veneti. Le parole ben scandite hanno permesso la trasformazione del video in testo
https://youtu.be/e_fcPsKu8Sw
***
Ben ritrovati,
in questi ultimi mesi
mi è capitato più volte di dovere fare relazioni a convegni parlando di
aderenza terapeutica e come sempre accade quando devo fare una relazione mi
sono andato a rivedere la letteratura, questo perché è la letteratura che ci dà
le informazioni per potere poi raccontare cose che hanno un fondamento
scientifico; ricordate sempre la differenza fra scienza e aneddoti.
Ora, che cosa è
emerso andandosi a riguardare la letteratura sull'aderenza terapeutica nel caso
del diabete?
È qualcosa di inquietante!
Intanto vi dico che
cos'è l'aderenza: aderenza vuol dire che una persona condivide con chi la cura di
dover prendere una certa medicina o di fare un certo tipo di schema alimentare
o un certo tipo di attività fisica, nella quantità giusta, nei tempi e nei modi
giusti.
Faccio un esempio: con il medico si condivide l'idea di
prendere una certa medicina, una pastiglia la mattina a colazione e la persona la
prende davvero, sempre tutti i giorni alla mattina a colazione. Se la prende
davvero tutti i giorni l'aderenza e 100 per cento. Se comincia a saltare
qualche volta potrà scendere al 90 per cento e via via andando su percentuali
più basse.
Ora, quando l'agenzia
italiana del farmaco va a vedere, in base alle prescrizioni, come è l'aderenza
degli italiani ai farmaci che riducono la glicemia, purtroppo vede che
l'aderenza è il 65 per cento circa; vale a dire che una volta ogni tre quella
persona non prende quello che dovrebbe prendere …. e se uno non prende la
pastiglia che abbassa la glicemia, la glicemia ovviamente sarà più alta; se non
prende la pastiglia che abbassa la pressione, la pressione sarà più alta; se
non prende la pastiglia che abbassa il colesterolo, il colesterolo sarà più
alto; e non è che possiamo poi concludere e vabbè pazienza la glicemia sarà un
po’ più alta, la pressione un po’ più alta.
No!
Perché questo si
traduce in una questione rilevante dal punto di vista clinico, che potete
immaginare. Ma vi faccio dei numeri per farvi capire questa cosa: ora quando
c'è una ridotta aderenza ad assumere determinate pastiglie per la cura del
diabete, questo si traduce ovviamente in un innalzamento dell'emoglobina
glicata,ma si traduce anche in un risultato che non possiamo mettere in
discussione perché è il fatto di essere vivi o morti, cioè di vivere o morire.
Le persone che hanno una aderenza più bassa ai farmaci per
il diabete, hanno un aumento della mortalità di quasi il 30 per cento. Possiamo rigirarla, se uno li prende
regolarmente, ha una probabilità di morire ridotta del 30 per cento; 30 per
cento è tanto. Allo stesso modo si riduce di circa il 25 per cento a chi prende
regolarmente i propri farmaci, la probabilità di essere ricoverato in ospedale
e, ovviamente, se non li si prende aumenta del 25 per cento.
Questo è veramente rilevante.
Faccio altri tre-quattro
numeri che non hanno a che vedere con le medicine.
Se è una persona partecipa
attivamente alla gestione del diabete, quindi è pienamente aderente, a tutto
quello che deve fare, per gestire la malattia, la sua mortalità si riduce del
41 per cento.
Se una persona è pienamente aderente ai dettami della dieta
mediterranea, quindi è pienamente aderente, fa tutto quello che viene
raccomandato di fare per seguire la dieta mediterranea, la sua mortalità si
riduce del 59 per cento; 59 per cento è tantissimo. E se uno partecipa con
regolarità a programmi di attività fisica moderata, o anche vigorosa, avendo il
diabete, sto parlando di persone con diabete, la mortalità è ridotta del 26 per
cento. Quindi essere molto aderenti
significa, quale che sia la cosa a cui si è aderenti, l'alimentazione,
l'attività fisica, l'assunzione dei farmaci, significa collocarsi in una
situazione in cui il rischio di morire si riduce considerevolmente.
È per quello che diciamo alla gente di mangiare in un certo
modo, di muoversi di più, di prendere regolarmente le medicine, perché vogliamo
non che abbiano solo la glicemia più bassa, il colesterolo più basso, la
pressione più bassa, dopo una settimana, dieci giorni, un mese, sei mesi. È
perché vogliamo che vivano di più, che vivano possibilmente meglio.E che
vivono di più, è la scienza che lo ha dimostrato e che ci ha fornito dei numeri
per capire questo fenomeno. Quindi, cari amici, se qualcuno vi ha detto di
mangiare in un certo modo, e quel certo modo si traduce in una riduzione della
mortalità, cercate di farlo!
Parlo di una
riduzione della mortalità dimostrata dalla scienza, non di chiacchiere in libertà!
Se qualcuno vi ha detto di aumentare l'attività fisica in un
certo modo, cercate di farlo, perché vi allunga la vita; se qualcuno vi ha
prescritto delle medicine per ridurre la glicemia, o per ridurre il colesterolo,
o per ridurre la pressione, prenderle non è opzionale; non può essere un giorno
sì e un giorno no; un giorno ne prendo di più, un giorno ne prendo di meno; e
così via. Vanno prese regolarmente! Si è
condiviso un progetto di cura con il medico curante: quella cosa va fatta! Perché si vive di più!
Credo di aver spiegato il concetto dell'aderenza e quanto
importante sia!
Venerdi 21 febbraio Rovigo sarà per un giorno la capitale regionale della ricerca alla migliore qualità dell’assistenza alla malattia diabetica. La sfida che affronta il Convegno organizzato presso la Cittadella Socio-sanitaria con il Patrocinio della ULSS5 Polesana riguarda uno dei problemi più attuali e cruciali nella cura delle malattie croniche: l’Aderenza del paziente alle terapie prescritte in ambito medico. Infatti l’innovazione farmacologica della terapia del diabete ha portato alla ribalta l’efficacia bella protezione cardio-vascolare e renale di nuove molecole come quelle incretiniche (DPP4 e GLP1Ras) e quelle che inibiscono il riassorbimento renale del glucosio (SGLT2i) ma i risultati ottenuti nei grandi studi controllati sull’impiego di queste sostanze potrebbe essere in gran parte vanificato dal fenomeno ben noto e temuto dalle organizzazioni sanitarie della non-aderenza terapeutica. Con aderenza alla terapia intesa come ci si riferisce ad un comportamento attraverso il quale i pazienti rispettano tutte le indicazioni ed assumono i farmaci secondo le modalità previste dalla prescrizione del medico e per le malattie croniche come il diabete, l’ipertensione arteriosa, la broncopneumopatia cronica ostruttiva è noto che i Paziente aderenti per almeno l’80% delle dosi realmente prescritte raramente superano il 50-60% rendendo vane le attese di miglioramento di salute dei Servizi sanitari ed aumentando notevolmente i costi per visite specialistiche ulteriori, accessi al Pronto soccorso, ricoveri, terapie delle complicazioni successive della malattia. Rispetto all’impegno, non solo economico, richiesto per lo sviluppo di nuovi farmaci, il semplice aumento dell’aderenza dei pazienti alla terapia prescritta, che di per sé comporta come inevitabile conseguenza l’aumento dei costi legati alla terapia farmacologica, riveste un enorme potenziale al miglioramento dello stato di salute, riducendo complessivamente i costi sanitari4. Già nella relazione del 2003 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affermato infatti che “aumentare l’efficacia di adesione alla terapia potrebbe avere un impatto molto maggiore sulla salute della popolazione di qualsiasi miglioramento medico specifico”. La scarsa aderenza alla terapia causerebbe 194 500 morti all’anno in Europa e si stima che costi circa 125 miliardi di euro/anno in Europa e 300 miliardi di dollari/anno negli Stati Uniti. Il Convegno di Rovigo di venerdì 21 febbraio, organizzato dal Dr. Francesco Mollo, Responsabile della Unità operativa di Malattie Metaboliche e Diabetologia della ULSS5 Polesana ed attuale Presidente Regionale della Società italiana di Diabetologia vede la partecipazione dei rappresentanti delle Società scientifiche diabetologiche (SID ed AMD) e dell’Università di Padova e Verona insieme a quelli dei Farmacisti (FederFarma), dei Medici di medicina generale (SIMG), delle organizzazioni dei pazienti diabetici, dell’Ordine dei Medici di Rovigo, degli Infermieri dei servizi diabeologici veneti (OSDI) e del Corso di laurea in Educazione professionale dell’Università di Padova. Sono presenti inoltre i responsabili dei settori farmaceutico, Dr..ssa G. Scroccaro, HTA, Dr.ssa M. Andretta e delle Cure Primarie, Dr.ssa M.C. Ghiotto, della Regione Veneto. Una convergenza di competenze e di contributi professionali di tale livello da ritenere possibile lo sviluppo di Raccomandazioni ufficiali di Consenso e l’ipotesi di nuove iniziative per migliorare l’assistenza non solo al Diabete ma più in generale alla cronicità attraverso l’analisi di tutti i fattori capaci di condizionare una efficace Aderenza alla terapia da parte dei Cittadini.