L'articolo che pubblichiamo è stato estratto da https://tuttodiabete.it/sport/
Puoi leggerlo qui di seguito in questo post, oppure clicca sulla foto qui sopra "Quale attività fisica per l'anziano con diabete?"
Nel sito ci sono molti altri articoli sull'argomento; riportiamo le immagini sulle quali cliccare per leggere. Nell'articolo qui sotto (quello dell'immagine di testa) abbiamo organizzato in una tabella "le attività fisiche consentite e controindicate" in presenza di alcune complicanze.
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deve fare attività fisica?
La risposta è sì,
perché l’esercizio
fisico regolare ha sempre una funzione benefica, persino terapeutica:
l’importante è saper scegliere quello giusto, proporzionato alle
caratteristiche della persona. Bisogna tenere conto dell’età,
della durata e condizione generale del diabete, delle eventuali
complicanze in corso, delle fragilità del singolo individuo e anche
dei tempi più opportuni per svolgerla, a seconda del proprio stato
fisico del momento.
Se
la scelta è fatta correttamente, la pratica di una attività fisica
costante aiuta il soggetto anziano
con diabete a
stare meglio fisicamente, ma anche psicologicamente (e le due cose si
influenzano reciprocamente).
Sid e Sigg: “L’esercizio fisico deve essere parte integrante del management del paziente anziano diabetico ed è associato a benefici nella mobilità, equilibrio, riduzione del rischio di caduta, benefici psicologici, e miglioramento della qualità di vita”.
In
un recente documento congiunto (“Personalizzazione del trattamento
dell’iperglicemia nell’anziano con diabete tipo 2”, la Società
italiana di diabetologia (Sid) e la Società italiana di gerontologia
e geriatria (Sigg) hanno dedicato una specifica attenzione al tema,
ricordando che “l’esercizio fisico deve essere parte integrante
del management del paziente anziano diabetico ed è associato a
benefici nella mobilità, equilibrio, riduzione del rischio di
caduta, benefici psicologici, e miglioramento della qualità di
vita”.
Sid
e Sigg osservano poi che “nonostante sia l’età sia il diabete
riducano la performance e la forza muscolare, l’attività fisica
migliora lo stato funzionale negli anziani con o senza diabete. Anche
un esercizio a bassa intensità può comportare un punteggio più
elevato nel benessere fisico e psicologico del paziente. I
programmi di attività fisica possono quindi essere implementati con
successo nel paziente anziano con diabete, ma devono tenere in
considerazione le patologie spesso co-presenti, che possono
interferire con la possibilità di iniziare e di mantenere tali
programmi, quali le patologie cardiovascolari e muscoloscheletriche.
Mentre l’efficacia dell’esercizio aerobico sul metabolismo
glucidico e lipidico è tuttora controversa, esercizi di resistenza,
o l’alternanza di esercizi aerobici e di resistenza, risultano in
un miglior controllo glicemico, miglioramento della forza, della
composizione corporea e della mobilità in generale”. Per mantenere
nel tempo l’adesione a un programma di attività fisica (come
d’altronde a uno schema dietetico.nutrizionale) -aggiungono le due
società- “è necessaria una supervisione e un monitoraggio da
parte degli operatori sanitari e/o dei caregiver, che pertanto devono
avere conoscenze specifiche”.
Se un anziano con diabete di tipo 2 è autosufficiente e ha autonomia funzionale e cognitiva, vale la pena di incoraggiarlo a compiere attività fisica simile a quella di diabetici adulti più giovani.
Nel
loro position paper le due società scientifiche tengono a ricordare
che il loro documento “rappresenta la posizione ufficiale della
Società italiana di diabetologia (Sid) e della Società italiana di
gerontologia e geriatria (Sigg) ma non può essere visto come
prescrittivo per il singolo paziente e non può sostituire, in ogni
caso, il giudizio clinico”. Il testo contiene però principi di
orientamento generale importanti.
In
particolare, vi sono alcune indicazioni sull’attività fisica da
consigliare ai pazienti con diabete di tipo 2 a seconda delle loro
condizioni di autosufficienza o fragilità.
Per
quanto riguarda i
pazienti autosufficienti,
è opportuno “incoraggiare gli anziani diabetici che godono di
un’autonomia funzionale fisica e cognitiva a compiere attività
fisica con target simili a quelli di diabetici adulti più giovani.
Si
raccomanda di ridurre i periodi di sedentarietà e di svolgere un
qualche tipo di attività fisica (anche solo camminare) dopo ogni 90
minuti trascorsi in posizione seduta o sdraiata.
Si
raccomandano almeno 150 minuti per settimana di attività fisica
aerobica di moderata intensità, suddivisa in 3 giorni (non
più di 2 giorni consecutivi senza esercizio fisico). Se non ci sono
controindicazioni, si raccomanda di svolgere anche esercizi di
stretching e di rafforzamento secondo le proprie capacità, almeno
due volte alla settimana”.
Se
la persona anziana con diabete di tipo 2 invece non
è autosufficiente,
è meglio “incoraggiare programmi di esercizi
a bassa intensità, da seguire a domicilio,
per migliorare la performance fisica e mantenere il più possibile
autonomia in alcune attività di vita quotidiana e nella mobilità.
Quando
i pazienti sono fragili, è bene “garantire un training per
l’equilibrio ed esercizi di rafforzamento per migliorare la
performance fisica, la forza negli arti inferiori e prevenire un
ulteriore declino funzionale associato alla sarcopenia”, cioè alla
riduzione della massa muscolare.
Se vi sono complicanze in corso, è opportuno fare particolare attenzione nella scelta dell’esercizio fisico da praticare: vi sono attività consentite e altre invece controindicate, a seconda del tipo di complicazione di cui la persona con diabete soffre.
Nel
libro
“Fare
sport con il diabete” (di Gerardo Corigliano, Mariano Agrusta e
Cristina De Fazio)
gli autori ci dicono che “negli anziani diabetici le attività
consigliabili sono quelle meno intense, ma non esistono particolari
limitazioni per chi ha cominciato a praticare un’attività motoria
fin dall’infanzia e l’ha proseguita in maniera costante”. Però,
la scelta dipende dalle condizioni di salute della persona, in
particolare dalla eventuale presenza di complicanze. Il volume
fornisce quindi alcune indicazioni generali su che cosa si può fare
e che cosa invece è controindicato per pazienti anziani con diabete
di tipo 2 che abbiano in corso qualche complicanza. È chiaro
peraltro che per ogni singolo paziente la valutazione e la scelta
individuale dovrà essere fatta secondo il parere del diabetologo.
•ATTIVITÀ
FISICHE IN PRESENZA DI COMPLICANZE
Complicanze
|
Attività
consentite
|
Attività
controindicate
|
Cardiopatia ischemica | Nuoto, marcia, cyclette | Non fare attività se la frequenza cardiaca è alta e ci sono alterazioni nel ritmo |
Retinopatia background (non proliferante) e ipertensione |
Cyclette, footing, jogging, nuoto | Sollevamento pesi, body building, canottaggio, windsurf |
Retinopatia proliferante | Marcia, Cyclette | Anaerobici o isometrici (salti e scuotimenti del capo) |
Neuropatia sensitiva distale | Marcia, Cyclette | Attività controindicate di squadra, giochi sulla spiaggia, danza aerobica, cora di fondo |
Neuropatia clinicamente evidente (lieve o subclinica) | Nuoto, marcia | Ogni altro tipo |
Arteriopatia obliterante | Marcia | |
Scompenso glicometabolico | Nessuna | Ogni tipo fino al ripristino dell’equilibrio metabolico |
Inoltre,
raccomandano gli autori, “una particolare attenzione va rivolta
alla cura dei piedi e, in considerazione del rischio di cardiopatia
silente, è opportuno eseguire l’elettrocardiogramma (Ecg) a riposo
(l’Ecg da sforzo soltanto in casi dubbi e per soggetti che
praticano attività fisiche impegnative). Tuttavia, la presenza di
una cardiopatia ischemica non preclude l’attività fisica, che
riduce la morbilità anche nei soggetti infartuati, ma è preferibile
che il programma venga proposto da un centro di riabilitazione per
cardiopatici”.