Il video può essere guardato nella versione integrale:
questa è la parte che riguarda l'intervista ad Alberto Aglialoro Diabetologo presso il Servizio di Endocrinologia Diabetologia e Malattie Metaboliche dell’Ospedale Villa Scassi a Genova
DA
RAI 3 - TUTTA SALUTE - L'ATTIVITÀ FISICA
E
IL DIABETE
"ALZATI
E PREVIENI"
Non è una battuta, ma una delle tre medicine fondamentali
per la cura e la prevenzione della malattia e delle sue
complicazioni:
FARMACI, DIETA, ATTIVITA' FISICA.
«L’attività fisica fa bene a tutti e a tutte le età», spiega Alberto Aglialoro Diabetologo presso il Servizio di Endocrinologia Diabetologia e Malattie Metaboliche dell’Ospedale Villa Scassi a Genova, «è un formidabile strumento di prevenzione. Del diabete di tipo 2 e di altre malattie cardiovascolari e cardiometaboliche».
«Eppure», continua Aglialoro che fa parte del Gruppo di Studio interassociativo AMD SID Attività fisica e Diabete (GAF), «diverse indagini condotte in Italia hanno documentato che oltre il 30% della popolazione diabetica è sedentaria. Dobbiamo diffondere la cultura dell'attività fisica come strumento di prevenzione e cura del diabete sin dall'esordio della malattia. Purtroppo, tutt’oggi, nonostante la copiosissima letteratura scientifica in merito all’argomento il diabetologo prescrive troppo raramente, in modo strutturato, l’attività fisica al paziente diabetico: in media solo una volta su tre».
«I
benefici dell’attività fisica sulla salute sono innumerevoli»,
ricorda il medico genovese, «basti pensare che chi si muove
letteralmente muore meno: detto in termini tecnici si riduce la
mortalità per tutte le cause: cardiovascolari e perfino per alcuni
tipi di tumori». Ovviamente l’attività fisica migliora il
compenso del diabete, la pressione arteriosa, abbassa il colesterolo
cattivo, riduce il rischio di fratture «per non parlare del
miglioramento constatato nell’autostima e il senso di benessere
psicologico».
Per
raggiungere questi risultati non è necessario allenarsi come degli
atleti. «Per ottenere una sensibile riduzione del rischio CV o un
effetto di prevenzione del diabete dell’adulto la “dose minima
appropriata” è stimata in 150 minuti alla settimana di esercizio
fisico aerobico a media intensità se si tratta di una attività
strutturata, programmata e supervisionata da un preparatore atletico
adeguatamente formato. Una “dose” compatibile con la vita
quotidiana di molte persone e al tempo stesso straordinariamente
superiore alla media. È importante la frequenza dell’esercizio
fisico: gli effetti sull’insulinoresistenza non durano più di 2-3
giorni, meglio quindi non far passare più di 2-3 giorni fra una
seduta e l’altra» nota Aglialoro.
La persona con diabete può affrontare qualunque attività fisica, se ci sono delle complicanze vale la pena di discuterne con il Diabetologo. «Sicuramente l’attività fisica non va improvvisata. È una medicina e come tale va prescritta nelle ‘dosi’ e nelle modalità di assunzione», ricorda Aglialoro. Molte esperienze sfortunate che hanno convinto erroneamente le persone che ‘l’esercizio fisico non fa per loro’, sono dovute semplicemente a errori nel ‘dosaggio’. «L’ideale sarebbe far riferimento a un team che comprende diverse competenze: Diabetologo, Infermiere professionale, Laureato in Scienze Motorie per inquadrare il paziente, definire il profilo clinico del paziente e scegliere per ogni paziente il tipo di attività più idonea».
Le immagini sono state estratte dalla slide dell'intervista pubblicata nel sito di Diabete Italia, questo il link per scaricare in formato PDF: http://www.diabeteitalia.it/files/files/Aglialoro_slide.pdf