MEDICINALI - DIETA - ATTIVITA' FISICA
NECESSARIO PERSONALIZZARE
MA NON SEMPRE SI RIESCE
MA NON SEMPRE SI RIESCE
Come
individuare i futuri malati e «convincerli» ad adottare uno stile
di vita sano prima che sia troppo tardi - a cura di Luigi Ripamonti
/CorriereTV Il dottor Lorenzo Piemonti, direttore del Centro di
ricerca sul diabete presso l’ospedale San Raffaele di Milano, ci
spiega come viene affrontata oggi questa patologia. Le strategie
vanno dai farmaci all’educazione verso i corretti stili di vita. Le
medicine sono tagliate su misura e il medico può aiutarci a
scegliere quelle più adatte a noi. Il professore ci parla delle
nuove scoperte genetiche sul diabete, di quanto contano
l’ereditarietà e l’ambiente percentualmente. La nuova strada è
quella di tracciare l’identikit del futuro malato in modo da
raggiungerlo prima di sviluppare la patologia, anche aiutandosi con
l’intelligenza artificiale.
DA CORRIERE DELLA SERA - SALUTE
da DottNet
Funzione anti-diabete per i cibi ricchi di fibre (11/03/2018)
Enzo
Bonora, già presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid)
Una
dieta ricca di fibre svolge una funzione anti-diabete perché aumenta
i batteri 'amici' presenti nell'intestino, migliorando
il controllo degli zuccheri nel sangue. Uno studio pubblicato su
Science getta le basi per un intervento in grado di migliorare la
vita dei quasi 4 milioni di italiani che soffrono di diabete. Il
diabete di tipo 2 è una malattia legata agli stili di vita che
riduce la capacità dell'insulina di
regolare la presenza di zuccheri nel sangue, causando danni a tessuti
e organi.
Precedenti
ricerche hanno mostrato che le persone che consumano più fibre hanno
un rischio più basso di svilupparlo.
Per indagare sul legame tra fibre e diabete, i ricercatori Rutgers
University, nel New Jersey, hanno diviso i partecipanti allo studio
in due gruppi, la metà dei quali ha ricevuto una
dieta standard e l'altra metà una dieta simile ma con alti livelli
di fibre, come i cereali integrali. Dopo 12 settimane, il secondo
gruppo mostrava maggiore riduzione
dei livelli di glucosio nel sangue. I ricercatori hanno visto che
l'aumento delle fibre aveva potenziato in particolare un gruppo di
circa 15 batteri intestinali, favorendo
la produzione di alcuni acidi grassi a catena corta (acido
acetico e acido butirrico) che derivano dalla fermentazione dei
carboidrati introdotti con il cibo.
Questi
composti creano un ambiente più acido nell'intestino, portando ad un
aumento della produzione di insulina e
a un migliore controllo della glicemia. "Appare sempre più
importante - sottolinea Enzo Bonora, già presidente della Società
Italiana di Diabetologia (Sid) - il ruolo dell'intestino nello
sviluppo e nel controllo del diabete. In
questo caso i batteri, potenziati dal consumo di fibre,
agiscono sul cibo introdotto e ne ricavano sostanze che svolgono
funzioni simili agli ormoni e quindi regolano il controllo della
malattia. Le fibre alimentari, quindi, cambiano la flora intestinale
in senso 'anti-diabetico'".
Una porzione di cereali integrali al giorno protegge dal diabete (12/09/2018)
Dai
fiocchi di avena
al pane di segale, chi preferisce i cereali integrali a quelli
raffinati ha un rischio più basso di sviluppare diabete tipo 2. A
confermare con ampi numeri i benefici delle
fibre è uno studio pubblicato sul The Journal of Nutrition. Per
capire se i noti effetti antidiabetici del grano integrale potessero
essere estesi anche ad altri cereali non raffinati, i ricercatori
della Università di tecnologia Chalmers a Göteborg, in Svezia,
hanno esaminato i
dati di 55.465 partecipanti attraverso uno studio di coorte danese.
Tutti avevano tra i 50 ei 65 anni e non avevano inizialmente il
diabete, ma 7.417 di loro
hanno sviluppato la malattia nel corso di 15 anni. Tuttavia,
coloro che hanno riferito di aver consumato almeno 50 grammi al
giorno di cereali integrali il rischio di diabete era molto
inferiore. In particolare era del 22% più basso per le donne e del
34% più basso per gli uomini, rispetto a chi ne assumeva la quantità
minima
.
"Il risultato integra altri dati riportati in precedenza -
commenta Enzo Bonora, past president della Società Italia di
Diabetologia (Sid) -, ma
è particolarmente solido per la numerosità campionaria e per l'aver
incluso la valutazione di molti fattori potenzialmente confondenti
quali consumo di
alcol, fumo, attività fisica. Interessante è che i risultati erano
sovrapponibili a prescindere dal tipo di cereale (frumento, segale,
avena) e dai differenti prodotti alimentari (pane integrale di
frumento, pane di segale, muesli di avena). Questo
rende ampia la scelta". Le fibre, aggiunge, "mantengono
una flora batterica intestinale metabolicamente più salutare,
riducono l'aumento della
glicemia dopo il pasto e questo determina un minore stress delle
cellule che producono insulina". Quindi, conclude, "no
all'esclusione dei carboidrati dalla dieta, come evidenziato anche in
un recente studio pubblicato da Lancet
Public Health, ma preferire quelli poco raffinati. In un momento in
cui i media veicolano messaggi spesso confondenti sull'alimentazione,
è importante restare ancorati a quello che viene documentato dalla
scienza".
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