domenica 16 settembre 2018

CURA - PREVENZIONE DIABETE T2 16 SETT. 2018

MEDICINALI - DIETA - ATTIVITA' FISICA
NECESSARIO PERSONALIZZARE
MA NON SEMPRE SI RIESCE

Come individuare i futuri malati e «convincerli» ad adottare uno stile di vita sano prima che sia troppo tardi - a cura di Luigi Ripamonti /CorriereTV Il dottor Lorenzo Piemonti, direttore del Centro di ricerca sul diabete presso l’ospedale San Raffaele di Milano, ci spiega come viene affrontata oggi questa patologia. Le strategie vanno dai farmaci all’educazione verso i corretti stili di vita. Le medicine sono tagliate su misura e il medico può aiutarci a scegliere quelle più adatte a noi. Il professore ci parla delle nuove scoperte genetiche sul diabete, di quanto contano l’ereditarietà e l’ambiente percentualmente. La nuova strada è quella di tracciare l’identikit del futuro malato in modo da raggiungerlo prima di sviluppare la patologia, anche aiutandosi con l’intelligenza artificiale.

DA CORRIERE DELLA SERA - SALUTE 



da DottNet


Funzione anti-diabete per i cibi ricchi di fibre (11/03/2018)


Enzo Bonora, già presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid)

Una dieta ricca di fibre svolge una funzione anti-diabete perché aumenta i batteri 'amici' presenti nell'intestino, migliorando il controllo degli zuccheri nel sangue. Uno studio pubblicato su Science getta le basi per un intervento in grado di migliorare la vita dei quasi 4 milioni di italiani che soffrono di diabete. Il diabete di tipo 2 è una malattia legata agli stili di vita che riduce la capacità dell'insulina di regolare la presenza di zuccheri nel sangue, causando danni a tessuti e organi.  
Precedenti ricerche hanno mostrato che le persone che consumano più fibre hanno un rischio più basso di svilupparlo. Per indagare sul legame tra fibre e diabete, i ricercatori Rutgers University, nel New Jersey, hanno diviso i partecipanti allo studio in due gruppi, la metà dei quali ha ricevuto una dieta standard e l'altra metà una dieta simile ma con alti livelli di fibre, come i cereali integrali. Dopo 12 settimane, il secondo gruppo mostrava maggiore riduzione dei livelli di glucosio nel sangue. I ricercatori hanno visto che l'aumento delle fibre aveva potenziato in particolare un gruppo di circa 15 batteri intestinali, favorendo la produzione di alcuni acidi grassi a catena corta (acido acetico e acido butirrico) che derivano dalla fermentazione dei carboidrati introdotti con il cibo.  
Questi composti creano un ambiente più acido nell'intestino, portando ad un aumento della produzione di insulina e a un migliore controllo della glicemia. "Appare sempre più importante - sottolinea Enzo Bonora, già presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid) - il ruolo dell'intestino nello sviluppo e nel controllo del diabete. In questo caso i batteri, potenziati dal consumo di fibre, agiscono sul cibo introdotto e ne ricavano sostanze che svolgono funzioni simili agli ormoni e quindi regolano il controllo della malattia. Le fibre alimentari, quindi, cambiano la flora intestinale in senso 'anti-diabetico'".

Una porzione di cereali integrali al giorno protegge dal diabete (12/09/2018)

Dai fiocchi di avena al pane di segale, chi preferisce i cereali integrali a quelli raffinati ha un rischio più basso di sviluppare diabete tipo 2. A confermare con ampi numeri i benefici delle fibre è uno studio pubblicato sul The Journal of Nutrition. Per capire se i noti effetti antidiabetici del grano integrale potessero essere estesi anche ad altri cereali non raffinati, i ricercatori della Università di tecnologia Chalmers a Göteborg, in Svezia, hanno esaminato i dati di 55.465 partecipanti attraverso uno studio di coorte danese. Tutti avevano tra i 50 ei 65 anni e non avevano inizialmente il diabete, ma 7.417 di loro hanno sviluppato la malattia nel corso di 15 anni.  Tuttavia, coloro che hanno riferito di aver consumato almeno 50 grammi al giorno di cereali integrali il rischio di diabete era molto inferiore. In particolare era del 22% più basso per le donne e del 34% più basso per gli uomini, rispetto a chi ne assumeva la quantità minima
. "Il risultato integra altri dati riportati in precedenza - commenta Enzo Bonora, past president della Società Italia di Diabetologia (Sid) -, ma è particolarmente solido per la numerosità campionaria e per l'aver incluso la valutazione di molti fattori potenzialmente confondenti quali consumo di alcol, fumo, attività fisica. Interessante è che i risultati erano sovrapponibili a prescindere dal tipo di cereale (frumento, segale, avena) e dai differenti prodotti alimentari (pane integrale di frumento, pane di segale, muesli di avena). Questo rende ampia la scelta".  Le fibre, aggiunge, "mantengono una flora batterica intestinale metabolicamente più salutare, riducono l'aumento della glicemia dopo il pasto e questo determina un minore stress delle cellule che producono insulina". Quindi, conclude, "no all'esclusione dei carboidrati dalla dieta, come evidenziato anche in un recente studio pubblicato da Lancet Public Health, ma preferire quelli poco raffinati. In un momento in cui i media veicolano messaggi spesso confondenti sull'alimentazione, è importante restare ancorati a quello che viene documentato dalla scienza". 

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